Ormai è uso comune, quando si vogliono sapere gli orari dei treni, andare sul sito della compagnia di interesse e consultare l' orario on line. Anche da questa piccola esperienza si possono trarre utili informazioni sul carattere dei popoli.
Italia:
Mario Rossi con il pc che ha a casa va sul sito di Trenitalia, vuole sapere gli orari del treno che da Latina va a Firenze. Compila il modulo on line, indicando come orario di partenza le 13:00. Il programma di ricerca sa che Mario Rossi, dicendo le 13:00, intendeva dire "suppergiù intorno a quell'ora, ma senza impegno", e quindi, conscio del fatto che all'ultimo momento può sempre saltare fuori una zia da salutare (anche se è solo un viaggio di lavoro l'italiano medio saluta sempre tutta la parentela ed il vicinato prima della partenza..), un capuccino da consumare, insomma, un imprevisto, gli fornisce tutti gli orari dei treni nelle successive 24 ore.
Giappone:
Ranma Sautome dal suo telefonino si collega al sito delle JR (Japan Railway), e chiede gli orari del treno che va da Sakura-Shimmaci a Nara, indicando come orario di partenza le 13:00. Il programma di ricerca sa che Ranma dicendo le 13 voleva dire proprio le 13, non le 13:05 o le 14:59. Allora gli fornisce tutte le combinazioni di treni che partono alle 13 e arrivano a Nara, non importa quanti cambi ci siano da fare. (Un pò come se Mario Rossi si vedesse proporre per il Latina-Firenze le tratte Latina-Roma-Firenze, Latina-Napoli-Roma-Firenze e Latina-Caserta-Bari-Modena-Firenze).
Scelti i treni ed i rispettivi orari, i nostri due cittadini medi si recano in stazione a comprare i rispettivi biglietti.
Italia:
Biglietteria con 5 sportelli e 3 impiegati. Nel momento in cui la coda si allunga mostruosamente, l'impiegato B decide che è il momento della pausa caffè sindacale, chiude il suo sportello e si allontana. Nel frattempo l'impiegato C è riuscito ad impallare il pc che emette i biglietti, mentre l'impiegato A combatte con un ciclista che insiste a voler far applicare una normativa regionale sul trasporto bici che tutto il mondo conosce, meno ovviamente l'impiegato A.
Mario Rossi comincia a imprecare insieme a tutta la coda, al coro di imprecazioni di uniscono anche gli impiegati della biglietteria, nascosti dietro il vetro spesso 5 cm, fino a che non chiudono tutto per andare in pausa caffè.
Giappone:
Biglietteria con 2 sportelli e 2 impegati. Nel momento in cui la cosa si allunga mostruosamente ed in maniera ordinata, un terzo impiegato non allo sportello esce dall'ufficio, si accosta alla fila e comincia a chiedere a tutti quelli che sono in coda che biglietto devono acquistare. Annota il tutto sull'apposito modulo cartaceo che poi consegna al cliente, che a sua volta lo consegnerà allo sportello per richiedere il biglietto.
Arriva poi il momento di salire sul treno, stavolta non vi dico qual'è l'Italia e qual'è il Giappone, vediamo se indovinate...
Alla prossima! E visto che nei prossimi giorni saremo in viaggio, buon 2008!
sabato 29 dicembre 2007
martedì 25 dicembre 2007
Natale in Giappone.
Come dice il proverbio, Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi. E dato che i nostri eravamo solo noi due, ci siamo dedicati ad un Natale alternativo: anzichè il solito megapasto da 300000 Kcal da smaltire in comode rate mensili, ci siamo dati al turismo a Tokyo.
E anzichè i quartieri super-modaioli come Shibuya e Shinjuku, abbiamo scelto Ueno, ed in particolare il suo parco, famoso per i 1000 e più alberi di ciliegio che vi sono piantati.
Grazioso, nulla in contrario, anche se il laghetto con i fiori di loto e i viali con i ciliegi fanno un altro effetto se visti in primavera, quando sono ricoperto di fiori, anzichè a dicembre con tutto il seccume in bella vista. Che sbadatoni! Abbiamo sbagliato mese! ^^'
Per fortuna che nel parco di Ueno ci siamo deliziati ammirando l'esibizione di due artisti di strada.
Dopo lo spettacolo ci siamo spostati al museo della Scienza e della Tecnica, dove, oltre alle normali esposizioni, tra cui la bella locomotiva della foto, abbiamo ammirato Mazinga Z!
Non il robot che stanno preparando per l'invasione, ma il suo modellino da cartone animato! Era infatti in programma una esposizione dedicata ai robot, e così oltre alla vasta antologia robotica fantascientifica prodotta dal Giappone negli ultimi 40 anni, abbiamo anche assistito, sotto lo sguardo della versione robotica della dea Kannon, all'esibizione dal vivo di Asimo, il robot della Honda. Impressionante!
Anche se devo ammettere che il video non rende molto.
Alla prossima!
E anzichè i quartieri super-modaioli come Shibuya e Shinjuku, abbiamo scelto Ueno, ed in particolare il suo parco, famoso per i 1000 e più alberi di ciliegio che vi sono piantati.
Grazioso, nulla in contrario, anche se il laghetto con i fiori di loto e i viali con i ciliegi fanno un altro effetto se visti in primavera, quando sono ricoperto di fiori, anzichè a dicembre con tutto il seccume in bella vista. Che sbadatoni! Abbiamo sbagliato mese! ^^'
Per fortuna che nel parco di Ueno ci siamo deliziati ammirando l'esibizione di due artisti di strada.
Dopo lo spettacolo ci siamo spostati al museo della Scienza e della Tecnica, dove, oltre alle normali esposizioni, tra cui la bella locomotiva della foto, abbiamo ammirato Mazinga Z!
Non il robot che stanno preparando per l'invasione, ma il suo modellino da cartone animato! Era infatti in programma una esposizione dedicata ai robot, e così oltre alla vasta antologia robotica fantascientifica prodotta dal Giappone negli ultimi 40 anni, abbiamo anche assistito, sotto lo sguardo della versione robotica della dea Kannon, all'esibizione dal vivo di Asimo, il robot della Honda. Impressionante!
Anche se devo ammettere che il video non rende molto.
Alla prossima!
lunedì 24 dicembre 2007
Xmas eve.
Oggi vigilia di Natale, dedicata ad un po' di turismo nella capitale (ieri era il compleanno dell'imperatore, e quindi era vacanza) (si, lo so, la vacanza doveva essere ieri, ma qui si usa che se una festa cade di domenica il lunedi successivo è vacanza).
L'imperatore non ha offerto la torta e neanche un caffè, ma anche se lo avesse offerto noi non ci saremmo stati, dato che siamo stati ad Odaiba.
Questo quartiere a metà tra un centro commerciale ed un'area ricreativa sorge su un isolotto (tanto -otto che ci sono 10 fermate della metro solo per lui) nelle acque antistanti il porto di Tokyo. Vi si accede con un treno senza conducente che attraversa il Rainbow bridge (vedi foto) con una veduta mozzafiato su Tokyo.
Tra le varie attrazioni noi ci siamo fermati a Palette Town, un centro su più piani che ospita, oltre ad una miriade di ristoranti, casinò e boutique, anche il museo dell'automobile, il salone della Toyota, una ruota panoramica da 100 metri ed altre minuzie che fanno la gioia dei giapponesi.
Da li, con una gradevole passeggiata con vista sugli altri edifici (clicca sulla foto per ingrandire) della zona ci siamo diretti al museo delle scienze marine, un grande edificio a forma di nave con al posto dell'albero maestro una torre alta 60 metri da cui ci siamo goduti un fantastico tramonto su Tokyo con vista Fuji.
Quindi abbiamo visitato due navi-museo ormeggiate di fronte al museo: una nave che è stata usata per missioni scientifiche nell'Antartide (la Soya Maru, per chi fosse curioso), ed un traghetto di cui non ricordo il nome. Già le case nipponiche sono piccine, immaginatevi quindi che pacchia fare un giro su queste navi: sono stato tutto il tempo piegato in 2 per non dare craniate sul soffitto e rischiare di danneggiare un tesoro nazionale (la nave, non il mio cranio).
Insomma, la classica area portuale che è possibile ammirare in tutti i porti in Italia...
Alla prossima, e nel frattempo...
BUON NATALE !!!!!
L'imperatore non ha offerto la torta e neanche un caffè, ma anche se lo avesse offerto noi non ci saremmo stati, dato che siamo stati ad Odaiba.
Questo quartiere a metà tra un centro commerciale ed un'area ricreativa sorge su un isolotto (tanto -otto che ci sono 10 fermate della metro solo per lui) nelle acque antistanti il porto di Tokyo. Vi si accede con un treno senza conducente che attraversa il Rainbow bridge (vedi foto) con una veduta mozzafiato su Tokyo.
Tra le varie attrazioni noi ci siamo fermati a Palette Town, un centro su più piani che ospita, oltre ad una miriade di ristoranti, casinò e boutique, anche il museo dell'automobile, il salone della Toyota, una ruota panoramica da 100 metri ed altre minuzie che fanno la gioia dei giapponesi.
Da li, con una gradevole passeggiata con vista sugli altri edifici (clicca sulla foto per ingrandire) della zona ci siamo diretti al museo delle scienze marine, un grande edificio a forma di nave con al posto dell'albero maestro una torre alta 60 metri da cui ci siamo goduti un fantastico tramonto su Tokyo con vista Fuji.
Quindi abbiamo visitato due navi-museo ormeggiate di fronte al museo: una nave che è stata usata per missioni scientifiche nell'Antartide (la Soya Maru, per chi fosse curioso), ed un traghetto di cui non ricordo il nome. Già le case nipponiche sono piccine, immaginatevi quindi che pacchia fare un giro su queste navi: sono stato tutto il tempo piegato in 2 per non dare craniate sul soffitto e rischiare di danneggiare un tesoro nazionale (la nave, non il mio cranio).
Insomma, la classica area portuale che è possibile ammirare in tutti i porti in Italia...
Alla prossima, e nel frattempo...
BUON NATALE !!!!!
venerdì 21 dicembre 2007
No(n)tizie.
«Prepariamoci a combattere gli alieni»
Due esponenti del governo nipponico ammettono l'esistenza degli Ufo.
(clicca qui o qui per i dettagli).
Beh, che dire? Hanno visto Ciambel V e si sono spaventati? Vedremo presto un vero Mazinga volare nei cieli del mondo?
O, sull'esempio delle ricerche scientifiche sulle balene che poi finiscono servite nei ristoranti, é solo un modo di aggirare il pacifismo costituzionalmente stabilito?
Sará anche un effetto delle sbronze di fine anno, ma certe notizie mi sollevano... non abbiamo solo in Italia dei politici che fanno ridere...
Certo, in Italia sarebbero subito sorte dibattiti e moviole su "gli UFO sono di destra o di sinistra?", con la Lega a manifestare contro gli invasori extracomunitari a colpi di gorgonzola e bagna cauda (notoriamente gli UFO trovano indigesti tali prodotti) e il capo degli invasori invitato a "C'é posta per te" e "Porta a porta" per illustrare il piano di invasione terrestre...
Alla prossima!
mercoledì 19 dicembre 2007
Chopsticks!
Volete provare ad usare le bacchette? Questo giochino fa per voi!
Alle prese con dei fagioli, avete 60 secondi di tempo per dimostrare tutta la vostra abilità nel maneggiare le celebri bacchette cinesi.
In un minuto dovrete riuscire a prelevare dal piatto di sinistra più fagioli possibili, e depositarli nel piatto sulla destra.
Controllate le bacchette con il MOUSE e, dopo esservi posizionati nella maniera corretta rispetto al fagiolo, usate il CLICK sinistro per prenderlo; infine rilasciate il tutto per far cadere il fagiolo nell'altro piatto.
I Fagioli - Bean
Alle prese con dei fagioli, avete 60 secondi di tempo per dimostrare tutta la vostra abilità nel maneggiare le celebri bacchette cinesi.
In un minuto dovrete riuscire a prelevare dal piatto di sinistra più fagioli possibili, e depositarli nel piatto sulla destra.
Controllate le bacchette con il MOUSE e, dopo esservi posizionati nella maniera corretta rispetto al fagiolo, usate il CLICK sinistro per prenderlo; infine rilasciate il tutto per far cadere il fagiolo nell'altro piatto.
domenica 16 dicembre 2007
Tifosi a confronto.
Oggi a Yokohama si disputa la finale del campionato mondiale per club, in cui è impegnata anche una squadra italiana. Trovandoci a passare da quelle parti in treno diretti a Kamakura (cui si riferiscono le foto del post) ci siamo imbattuti in alcuni esemplari di homo tifosus mediolanumenses nipponicus e homo tifosus italicus mediolanumense vulgaris. Cosa differenzia le due specie? Vediamo di seguito una loro descrizione:
homo tifosus mediolanumenses nipponicus: vestito da capo a piedi con merchandising ufficiale della squadra del cuore (guanti, berretto, piumino, sciarpa, calzini, scarpe e bandiera), sale sul treno diretto a Yokohama con calma olimpica alle ore 11:00 (la partita è alle ore 19:30). Appena possibile si accomoda, schiaccia il suo nipponico pisolino e scende alla stazione. Il tutto senza dire una parola.
homo tifosus italicus mediolanumense vulgaris: arriva alla stazione di Yokohama alle ore 18:30. Abbigliamento: bomber verde, zuccotto di lana nero. Unico oggetto della squadra del cuore, la sciarpa sicuramente contraffatta. Scambia col povero funzionario della stazione il seguente dialogo:
I: "Uere issi de stadiummu?"
G:"....."
I:"Aho, che cazzo stamo a perde tempo co questo? Uere issi de stadiummu? Sokkere! Sokkere! (indica la sciarpa e gli sventola sotto il naso il biglietto, gesticolando freneticamente)"
G:"...."
I:"Aho, nnamo bene! uere issi de stadiummu? Manco l'inglese sa parlà questo!" (detto da uno che ha senz'altro studiato a Oxford c'è da crederci!)
Robot e tifosi... Giappone batte Italia 2-0!
Anzi, visti questi bei pescioni... direi 3-0.
Alla prossima!
A proposito di robot...
Siamo cresciuti tutti con questo dubbio: ma perchè i robottoni li facevano solo in Giappone?
Grazie ad un nostro infiltrato nell'Istituto della Scienza, della Tecnica e della Parmigiana, abbiamo trovato le prove che anche in Italia sono riusciti a creare un maxi robottone: Ciambel V!
Eccovi il video in anteprima!
Alla prossima
Grazie ad un nostro infiltrato nell'Istituto della Scienza, della Tecnica e della Parmigiana, abbiamo trovato le prove che anche in Italia sono riusciti a creare un maxi robottone: Ciambel V!
Eccovi il video in anteprima!
Alla prossima
Etichette:
Ironia,
Italia vs Japan,
Manga
sabato 15 dicembre 2007
Educazione giapponese.
Vediamo un pochino di dare qualche delucidazione sulle buone maniere qui nel lontano oriente.
Visto che ormai sapete benissimo che qui in Giappone è buona educazione aspirare rumorosamente gli spaghetti (il famoso tsuru tsuru) e non soffiarsi il naso in pubblico, bensì tirare su il più possibile, e quindi, forti di queste conoscenze non andrete mai a mangiare spaghetti o a raffreddarvi in Giappone, vediamo alcuni altri casi di vita comune in cui la buona educazione può essere utile.
Supponiamo che, trovandovi ad entrare in un edificio, voi entriate subito dopo un'altra persona, e che quella, per gentilezza, vi tenga la porta aperta. Voi come rispondete?
La vostra italica mamma vi avrà ripetuto fino alla noia, quando eravate piccini, che bisogna dire "grazie" e possibimente accompagnare il tutto con un sorriso.
Le mamme giapponesi, invece, che sono tenere e dolci come il granito rosso del Brasile, ripetono instancabilmente ai loro piccini: "disgraziato, scioperato, lavativo! stai facendo perdere tempo allu signore! muoviti e passa e chiedi scusa!"
E così, dopo aver passato la porta, dovrete inevitabilmente scusarvi con la persona di turno.
La stessa cosa avviene se per caso vi trovate a raccogliere a qualcuno/a un oggetto caduto per terra. Non vi sentirete dire arigato, bensì sumimasen.
In breve, non dovete ringraziare per la cortesia ricevuta, ma scusarvi per aver distratto l'altro dalla sua intenzione originaria.
Capito come funziona qui?
Alla prossima!
Visto che ormai sapete benissimo che qui in Giappone è buona educazione aspirare rumorosamente gli spaghetti (il famoso tsuru tsuru) e non soffiarsi il naso in pubblico, bensì tirare su il più possibile, e quindi, forti di queste conoscenze non andrete mai a mangiare spaghetti o a raffreddarvi in Giappone, vediamo alcuni altri casi di vita comune in cui la buona educazione può essere utile.
Supponiamo che, trovandovi ad entrare in un edificio, voi entriate subito dopo un'altra persona, e che quella, per gentilezza, vi tenga la porta aperta. Voi come rispondete?
La vostra italica mamma vi avrà ripetuto fino alla noia, quando eravate piccini, che bisogna dire "grazie" e possibimente accompagnare il tutto con un sorriso.
Le mamme giapponesi, invece, che sono tenere e dolci come il granito rosso del Brasile, ripetono instancabilmente ai loro piccini: "disgraziato, scioperato, lavativo! stai facendo perdere tempo allu signore! muoviti e passa e chiedi scusa!"
E così, dopo aver passato la porta, dovrete inevitabilmente scusarvi con la persona di turno.
La stessa cosa avviene se per caso vi trovate a raccogliere a qualcuno/a un oggetto caduto per terra. Non vi sentirete dire arigato, bensì sumimasen.
In breve, non dovete ringraziare per la cortesia ricevuta, ma scusarvi per aver distratto l'altro dalla sua intenzione originaria.
Capito come funziona qui?
Alla prossima!
lunedì 10 dicembre 2007
Stranezze alimentari.
Oggi, siccome siamo italiani, eravamo in pausa macchinetta.
Tra un chiacchera e l'altra mi son trovato davanti alla macchinetta delle cibarie, proprio di fianco a quella delle bevande. Stanco di te verde, succhi di mela e acqua ipotonica, mi sono detto "perchè no?" e ho cominciato la scelta.
Scartati i ramen liofilizzati, che non sono il massimo per una pausa da 5 minuti, restavano varie confezioni dall'apparenza dolce.
Bastoncini al cioccolato al latte? No, vorrei un po' più sostanza.
Bombolone coperto al cioccolato? No, troppo cioccolato.
"cosa" glassata? Mah, chissà di che saprà!
In cotanto cogitare, la sua forma di limone ha attratto la mia attenzione, il suo morbido aspetto simil krapfen ha fatto il resto, e mi sono trovato a versare l'importo dovuto per il suo acquisto.
La gentile macchinetta l'ha deposta nelle mie mani, che l'hanno subito scartata. Il mio naso si è inebriato del suo profumo di krapfen, le mie dita sono affondate nella sua sofficità di krapfen, i miei denti sono affondati nel primo morso e le mie papille gustativi si sono solluccherate al sapore di krapfen che le ricopriva.
La mia mente golosa si è quindi preparata al secondo morso con annessa esplosione di crema nella cavità orale, i denti si sono posati sulla pasta, i muscoli masticatori hanno serrato la mandibola... ecco, ecco, l'esplosione sta per arrivare!
Ed esplosione è stata, ma non di crema! Di salsa al curry!
E la cosa preoccupante è che mi è piaciuta! E avrei fatto volentieri il bis...
Dottore, è grave?
Alla prossima!
Tra un chiacchera e l'altra mi son trovato davanti alla macchinetta delle cibarie, proprio di fianco a quella delle bevande. Stanco di te verde, succhi di mela e acqua ipotonica, mi sono detto "perchè no?" e ho cominciato la scelta.
Scartati i ramen liofilizzati, che non sono il massimo per una pausa da 5 minuti, restavano varie confezioni dall'apparenza dolce.
Bastoncini al cioccolato al latte? No, vorrei un po' più sostanza.
Bombolone coperto al cioccolato? No, troppo cioccolato.
"cosa" glassata? Mah, chissà di che saprà!
In cotanto cogitare, la sua forma di limone ha attratto la mia attenzione, il suo morbido aspetto simil krapfen ha fatto il resto, e mi sono trovato a versare l'importo dovuto per il suo acquisto.
La gentile macchinetta l'ha deposta nelle mie mani, che l'hanno subito scartata. Il mio naso si è inebriato del suo profumo di krapfen, le mie dita sono affondate nella sua sofficità di krapfen, i miei denti sono affondati nel primo morso e le mie papille gustativi si sono solluccherate al sapore di krapfen che le ricopriva.
La mia mente golosa si è quindi preparata al secondo morso con annessa esplosione di crema nella cavità orale, i denti si sono posati sulla pasta, i muscoli masticatori hanno serrato la mandibola... ecco, ecco, l'esplosione sta per arrivare!
Ed esplosione è stata, ma non di crema! Di salsa al curry!
E la cosa preoccupante è che mi è piaciuta! E avrei fatto volentieri il bis...
Dottore, è grave?
Alla prossima!
sabato 8 dicembre 2007
Assurde invenzioni.
Oggi siamo stai in un centro commerciale specializzato in elettronica.
C'era materiale per tutti i gusti: custodie impermeabili per macchine fotografiche, casomai vi venisse il ghiribizzo di fare foto subacquee senza averne i mezzi, portatili grandi quanto un'agenda, tappo per bottiglia in PET con vitina per reggere la macchina fotografica senza usare il treppiede, tavoli riscaldati, maxischermi da 50 pollici.
Ma la cosa più assurda è stata la seguente: reparto sanitari, costellato di wc con sedile riscaldato e "lavanderia" incorporata. Passando di fianco ad uno di questi esemplari, il coperchio si è alzato da solo (grazie ad un sensore di movimento) e subito dopo è partita una vocina registrata.
Mo io dico, uno torna a casa dal lavoro, dopo essersi alzato alle 6, aver fatto almeno 2 ore di metropolitana e 12 di lavoro, non vede l'ora di sedersi un attimo a rilassarsi sul bel tazzone con tavoletta riscaldata, e che gli tocca subire?
Una voce registrata che ti rompe le scatole pure in quel momento, magari dicendo parole di incitamento!
Mah!
Cara vecchia e fredda ceramica!
Alla prossima!
C'era materiale per tutti i gusti: custodie impermeabili per macchine fotografiche, casomai vi venisse il ghiribizzo di fare foto subacquee senza averne i mezzi, portatili grandi quanto un'agenda, tappo per bottiglia in PET con vitina per reggere la macchina fotografica senza usare il treppiede, tavoli riscaldati, maxischermi da 50 pollici.
Ma la cosa più assurda è stata la seguente: reparto sanitari, costellato di wc con sedile riscaldato e "lavanderia" incorporata. Passando di fianco ad uno di questi esemplari, il coperchio si è alzato da solo (grazie ad un sensore di movimento) e subito dopo è partita una vocina registrata.
Mo io dico, uno torna a casa dal lavoro, dopo essersi alzato alle 6, aver fatto almeno 2 ore di metropolitana e 12 di lavoro, non vede l'ora di sedersi un attimo a rilassarsi sul bel tazzone con tavoletta riscaldata, e che gli tocca subire?
Una voce registrata che ti rompe le scatole pure in quel momento, magari dicendo parole di incitamento!
Mah!
Cara vecchia e fredda ceramica!
Alla prossima!
lunedì 3 dicembre 2007
Trovate le differenze... 2
Oggi la metro ha fatto ritardo per non so bene quale motivo. Puó capitare.
60 minuti per fare il tragitto che di solito si fa in 20 minuti.
In Italia:
Passeggeri che urlano, sbraitano, sbuffano. Donne salite illibate sul treno ne scendono con in braccio 1 neonato. Si mischiano invocazioni a santi patroni e maledizioni a governanti presenti, passati, futuri, condizionali e congiuntivi.
Personale in vista: 0. E chi si fa vedere non sa nulla.
Una volta arrivati in stazione la fila per presentare reclamo e avere il rimborso scoraggia il 50% degli aventi diritto, mentre l'ottusitá dell'addetto agisce su un altro buon 25%.
In Giappone:
Passeggeri calmi e tranquilli, al massimo cambiano treno in qualche stazione intermedia. Continuano a giocare al telefonino o a dormire come se niente fosse.
Sul treno il personale si scusa ogni 5 minuti per il disagio causato.
Arrivati in stazione circa 20 persone con le divise ufficiali della metropolitana ti aspettano al varco biglietti per consegnarti un foglietto con su indicato linea ed entitá del ritardo ed eventualmente aiutarti.
Un collega mi dice "sai, i giapponesi odiano i treni in ritardo, e con questo possono giustificare un ritardo".
Prevedo forte shock da rientro... ;)
Ed in piú, mentre attendevamo sul treno, abbiamo sentito un giapponese di fronte a noi fare una chiamata: "ué Anna, chiama la Luciana, sono bloccato in questo treno e faccio tardi" con impeccabile accento milanese...
Alla prossima!
60 minuti per fare il tragitto che di solito si fa in 20 minuti.
In Italia:
Passeggeri che urlano, sbraitano, sbuffano. Donne salite illibate sul treno ne scendono con in braccio 1 neonato. Si mischiano invocazioni a santi patroni e maledizioni a governanti presenti, passati, futuri, condizionali e congiuntivi.
Personale in vista: 0. E chi si fa vedere non sa nulla.
Una volta arrivati in stazione la fila per presentare reclamo e avere il rimborso scoraggia il 50% degli aventi diritto, mentre l'ottusitá dell'addetto agisce su un altro buon 25%.
In Giappone:
Passeggeri calmi e tranquilli, al massimo cambiano treno in qualche stazione intermedia. Continuano a giocare al telefonino o a dormire come se niente fosse.
Sul treno il personale si scusa ogni 5 minuti per il disagio causato.
Arrivati in stazione circa 20 persone con le divise ufficiali della metropolitana ti aspettano al varco biglietti per consegnarti un foglietto con su indicato linea ed entitá del ritardo ed eventualmente aiutarti.
Un collega mi dice "sai, i giapponesi odiano i treni in ritardo, e con questo possono giustificare un ritardo".
Prevedo forte shock da rientro... ;)
Ed in piú, mentre attendevamo sul treno, abbiamo sentito un giapponese di fronte a noi fare una chiamata: "ué Anna, chiama la Luciana, sono bloccato in questo treno e faccio tardi" con impeccabile accento milanese...
Alla prossima!
sabato 1 dicembre 2007
venerdì 30 novembre 2007
Emergenza!
L'altro giorno riceviamo, nella nostra casella di posta elettronica, una mail in giapponese da un membro del nostro gruppo. Incuriosito e non potendo fare affidamento su un traduttore on line (i risultati col giapponese sono ancora peggio di quelli con l'inglese), ho chiesto lumi ad un collega.
Questo ci ha spiegato che nel pomeriggio era prevista un'esercitazione per le situazioni di emergenza, e che dovevamo comunicare se partecipavamo o meno. E secondo voi perdevamo questa ghiotta occasione per partecipare ad una cosa che in Italia esiste solo nei testi di legge?
Orario previsto per l'esercitazione: dalle 13.45 alle 16.00.
Ore 13.44: in ufficio sono tutti pronti, anche se, per dare realismo alla cosa, aspettano l'allarme.
Ore 13.45: suona la sirena, una voce nasale ed in falsetto ci informa che "questa è un'emergenza, vi preghiamo di raggiungere il punto di raccolta".
All'uscita dall'ufficio si presenta la prima falla del piano di sicurezza: far passare avanti una donna italiana significa una strage, seppur virtuale. Il tempo necessario alla suddetta per calzare le scarpe è sufficiente a far si che Godzilla abbatta l'edificio con tutti quanti in coda.
Una volta arrivati al punto di raccolta, ci piazziamo davanti al cartello di competenza (e questi durante un terremoto incendiario uraganesco hanno il tempo di piazzare i cartelli?) e comincia la conta dei "superstiti".
Alla conta segue breve comizio del rettore con relativi salamelecchi, e quindi si prosegue con l'esercitazione, tocca alla squadra di emergenza.
Simulazione: incendio al primo piano. Chiamate le 2 squadre di emergenza, accorronno di corsa i rispettivi componenti.
EHIHAAA APPELLOO SQUADRA BIANCA! (inchino)
ATARU MOROBOSHI! PRESENTE (e relativo inchino)
KENTA KAOTA! PRESENTE (e relativo inchino)
ARAN BENJO! PRESENTE (.....)
EHIHAAA APPELLOO SQUADRA BLU! (inchino)
(ma scusate, tra tutti questi inchini intanto li in quella casa stanno bruciando, non sarà il caso di darvi una mossa?)
GOEMON ISHIKAWA! PRESENTE (e che ve lo dico a fa'?)
JIGEN DAISUKE! PRESENTE (idem come sopra)
KOICHI ZENIGATA! PRESENTE (e vai con l'ultimo inchino)
(beh, ora che hanno finito le presentazioni andranno a salvare la new team dall'incendio, no?)
e dopo un bell'inchino collettivo il capo comincia un breve discorso, spronando i suoi uomini ad agire con coraggio (ma se tardano ancora un poco va a finire che l'incendio si estingue da solo).
AI VOSTRI POSTI! VIA!
Con una corsa plastica ed elegante, sfoggiando un sorriso smagliante che non lasci immaginare la tensione e la fatica del momento, i sei ardimentosi si lanciano verso gli idranti, e dopo aver potato 2-3 alberi secolari con il getto mal direzionato, finalmente si accocchiano a spegnere sto benedetto incendio.
Bilancio (virtuale) provvisorio: 20 morti per far calzare le scarpe, altri 12 per fare le presentazioni e rispettare l'etichetta.
E finalmente ci si avvia verso la conclusione, insegnando a dei volontari tra i superstiti come usare un estintore:
Siccome siamo in Giappone sarebbe logico attendersi una fila educata, ripiegata a serpentina, dove tutti attendono con calma il loro turno.
E invece no! I giapponesi si accalcano in maniera talmente caciarona e caotica che in confronto il bar sulla spiaggia di lido Cocoloco a mezzogiorno di Ferragosto sembra un classe di educande: donne che spingono, ragazzi che si agitano, mani che sollevano in aria pacchi e li passano a casaccio, altre mani che sollevano di peso la gente che sta avanti e la spostano dietro...
Tale superbo spettacolo ci ha fatto scendere una lacrimuccia di commozione, sapete com'é, l'aria di casa, :) e non abbiamo esitato a tuffarci a pesce nella ressa!
Ecco cosa ci é stato dato come razione di emergenza:
A parte queste perplessitá di fondo, un bel modo alternativo di passare due ore lavorative ;)
Alla prossima!
Questo ci ha spiegato che nel pomeriggio era prevista un'esercitazione per le situazioni di emergenza, e che dovevamo comunicare se partecipavamo o meno. E secondo voi perdevamo questa ghiotta occasione per partecipare ad una cosa che in Italia esiste solo nei testi di legge?
Orario previsto per l'esercitazione: dalle 13.45 alle 16.00.
Ore 13.44: in ufficio sono tutti pronti, anche se, per dare realismo alla cosa, aspettano l'allarme.
Ore 13.45: suona la sirena, una voce nasale ed in falsetto ci informa che "questa è un'emergenza, vi preghiamo di raggiungere il punto di raccolta".
All'uscita dall'ufficio si presenta la prima falla del piano di sicurezza: far passare avanti una donna italiana significa una strage, seppur virtuale. Il tempo necessario alla suddetta per calzare le scarpe è sufficiente a far si che Godzilla abbatta l'edificio con tutti quanti in coda.
Una volta arrivati al punto di raccolta, ci piazziamo davanti al cartello di competenza (e questi durante un terremoto incendiario uraganesco hanno il tempo di piazzare i cartelli?) e comincia la conta dei "superstiti".
Alla conta segue breve comizio del rettore con relativi salamelecchi, e quindi si prosegue con l'esercitazione, tocca alla squadra di emergenza.
Simulazione: incendio al primo piano. Chiamate le 2 squadre di emergenza, accorronno di corsa i rispettivi componenti.
EHIHAAA APPELLOO SQUADRA BIANCA! (inchino)
ATARU MOROBOSHI! PRESENTE (e relativo inchino)
KENTA KAOTA! PRESENTE (e relativo inchino)
ARAN BENJO! PRESENTE (.....)
EHIHAAA APPELLOO SQUADRA BLU! (inchino)
(ma scusate, tra tutti questi inchini intanto li in quella casa stanno bruciando, non sarà il caso di darvi una mossa?)
GOEMON ISHIKAWA! PRESENTE (e che ve lo dico a fa'?)
JIGEN DAISUKE! PRESENTE (idem come sopra)
KOICHI ZENIGATA! PRESENTE (e vai con l'ultimo inchino)
(beh, ora che hanno finito le presentazioni andranno a salvare la new team dall'incendio, no?)
e dopo un bell'inchino collettivo il capo comincia un breve discorso, spronando i suoi uomini ad agire con coraggio (ma se tardano ancora un poco va a finire che l'incendio si estingue da solo).
AI VOSTRI POSTI! VIA!
Con una corsa plastica ed elegante, sfoggiando un sorriso smagliante che non lasci immaginare la tensione e la fatica del momento, i sei ardimentosi si lanciano verso gli idranti, e dopo aver potato 2-3 alberi secolari con il getto mal direzionato, finalmente si accocchiano a spegnere sto benedetto incendio.
Bilancio (virtuale) provvisorio: 20 morti per far calzare le scarpe, altri 12 per fare le presentazioni e rispettare l'etichetta.
E finalmente ci si avvia verso la conclusione, insegnando a dei volontari tra i superstiti come usare un estintore:
- impugnare saldamente l'estintore (ed al primo volontario scappa di mano perchè pesa).
- estrarre la sicura (se entrambe le mani sono impegnate a reggere l'estintore come si fa? a morsi?)
- puntare alla base della fiamma e azionare l'erogatore (ho detto alla base, la fiamma non è in terrazzo! e tu, dove te ne stai volando?)
Siccome siamo in Giappone sarebbe logico attendersi una fila educata, ripiegata a serpentina, dove tutti attendono con calma il loro turno.
E invece no! I giapponesi si accalcano in maniera talmente caciarona e caotica che in confronto il bar sulla spiaggia di lido Cocoloco a mezzogiorno di Ferragosto sembra un classe di educande: donne che spingono, ragazzi che si agitano, mani che sollevano in aria pacchi e li passano a casaccio, altre mani che sollevano di peso la gente che sta avanti e la spostano dietro...
Tale superbo spettacolo ci ha fatto scendere una lacrimuccia di commozione, sapete com'é, l'aria di casa, :) e non abbiamo esitato a tuffarci a pesce nella ressa!
Ecco cosa ci é stato dato come razione di emergenza:
- 1 confenzione in latta gialla tipo orzobimbo, con apertura a strappo. Alla sua apertura ha rivelato contenere preparato liofilizzato per ramen alle verdure, incluse bacchettine e forchettine.
- 3 confezioni sotto vuoto di biscotti dall'aspetto di Rigoli, che all'apertura si sono rivelati essere tipo crackers salati.
- 1 confenzione in latta bianca e verde tipo scatoletta di tonno da 1 kg, senza apertura a strappo, che dall'etichetta dichiarava contenere riso ai 5 ingredienti.
A parte queste perplessitá di fondo, un bel modo alternativo di passare due ore lavorative ;)
Alla prossima!
domenica 25 novembre 2007
Trovate le differenze...
Posto di lavoro in Italia:
Mario Rossi arriva in ufficio, col proposito di sbrigare 10 pratiche.
Tra una pausa caffè, una sigaretta, un po' di cazzeggio coi colleghi, la pausa pranzo con caffè e ammazzacaffè e qualche telefonata di lavoro, arrivano le 17:00, ora di andare via.
Pratiche sbrigate: 5. Le restanti 5 si aggiungono al gruppo di domani. L'orario di fine lavoro è sacro, a meno di scadenze improrogabili nell'arco delle successive 24 ore.
Posto di lavoro in Giappone:
Ataru Moroboschi arriva in ufficio, col proposito di sbrigare 15 pratiche.
Non ha pausa caffè, beve il the direttamente alla scrivania, ma ha anche lui le sigarette ed il cazzeggio coi colleghi.
Pausa pranzo velocissima, 15 minuti tra andare a mensa, pranzare e tornare, però il sonnellino ci scappa. Le telefonate di lavoro sono inevitabili. Arrivano le 17, ora di andare via.
Pratiche sbrigate: 5. Il lavoro che ci si è proposti di fare è sacro, resta a lavoro fino a mezzanotte e oltre pur di finire. In casi estremi dorme in ufficio con la brandina aziendale.
Eppure Italia e Giappone sono entrambe nel G8...
Mario Rossi arriva in ufficio, col proposito di sbrigare 10 pratiche.
Tra una pausa caffè, una sigaretta, un po' di cazzeggio coi colleghi, la pausa pranzo con caffè e ammazzacaffè e qualche telefonata di lavoro, arrivano le 17:00, ora di andare via.
Pratiche sbrigate: 5. Le restanti 5 si aggiungono al gruppo di domani. L'orario di fine lavoro è sacro, a meno di scadenze improrogabili nell'arco delle successive 24 ore.
Posto di lavoro in Giappone:
Ataru Moroboschi arriva in ufficio, col proposito di sbrigare 15 pratiche.
Non ha pausa caffè, beve il the direttamente alla scrivania, ma ha anche lui le sigarette ed il cazzeggio coi colleghi.
Pausa pranzo velocissima, 15 minuti tra andare a mensa, pranzare e tornare, però il sonnellino ci scappa. Le telefonate di lavoro sono inevitabili. Arrivano le 17, ora di andare via.
Pratiche sbrigate: 5. Il lavoro che ci si è proposti di fare è sacro, resta a lavoro fino a mezzanotte e oltre pur di finire. In casi estremi dorme in ufficio con la brandina aziendale.
Eppure Italia e Giappone sono entrambe nel G8...
sabato 24 novembre 2007
Spigolando qua e la.
A che vi fa pensare il Giappone?
Holly e Benji? Guardate qua... (è obbligatorio l'audio).
Alla prossima.
Holly e Benji? Guardate qua... (è obbligatorio l'audio).
Alla prossima.
venerdì 23 novembre 2007
Festa della cultura.
Oggi in Giappone è la festa della cultura, giornata di vacanza.
Al campus sono organizzati vari eventi: concerti, rappresentazioni teatrali, proiezioni di film e simili.
Gironzolando nel mio quartiere sono capitato dalle parti del Tamagawa, ed ho deciso di fare un salto al parco, tanto per cambiare gremito di gente che giocava a calcio e a baseball. Oltre a loro però, ed a un vento forte e gelido che sferzava i campi, c'erano anche delle altre persone raccolte davanti a dei gazebo.
Raccoglievano le iscrizioni dei volontari per pulire il parco, e fornivano sacchetti per la raccolta, pinze metalliche e guanti in gomma verdi, oltre alla mappa della zona di competenza.
Più avanti ho trovato degli intrepidi che, in muta, avanzavano compatti nel fiume per cercare rifiuti sommersi: ho assistito al recupero della carcassa di una moto e di diverse biciclette. E anche dal parco, nonostante l'apparenza linda e tersa, alla fine sono stati raccolti diversi sacchi di rifiuti.
Ma i giapponesi sono sensibili alle tematiche ambientali? O sono solamente ligi al rispetto delle regole e della res publica? Le strade pulite, la rigorosa raccolta differienzata, l'attenzione allo spegnere le luci superflue (sulla definizione di superfluo poi si potrebbe anche obiettare, vedi foto ad esempio) e agli sprechi energetici in generale potrebbero forse far pensare alla prima opzione.
Altri fatti invece mi fanno propendere per la seconda: un gruppo di attivisti per la difesa (spero, era scritto tutto in giapponese) delle tartarughe che espone nel suo stand un enorme carapace vuoto e delle uova (di tartaruga, ovviamente) in salamoia, il cemento che imperversa dappertutto (anche lungo gli argini dei più remoti ruscelli di montagna), l'uso selvaggio di legno e derivati (provate ad aprire una qualsiasi confezione giapponese e ve ne renderete conto, ci sono almeno 3 strati di carta e plastica, per non parlare delle bacchette usa e getta).
Probabilmente, con la schizofrenia tipica di questo paese, convivono entrambe le anime, quella consumistica e quella ecologista. Forse, rispetto all'Italia, il rispetto per le regole e per il bene comune fa si che comunque ci sia un più elevato standard ambientale e non si debba assistere agli scempi che si ammirano da noi. Comunque anche qui i nodi da sciogliere sono tanti.
Alla prossima.
domenica 18 novembre 2007
Yakiniku.
Cosa sono lo yakiniku e suo cugino l'okonumiyaki?
E' presto detto: sono dei locali in cui il cliente si prepara da se le pietanze sotto la supervisione dei camerieri (che non è detto che tutti sappiano cucinare, e chi sa cucinare non è detto che lo faccia alla giapponese, perciò non provate nemmeno a non mettere le alghe secche sulla frittata!).
La differenza tra lo yakiniku e l'okonumiyaki sono essenzialmente nel tipo di pietanza: il primo è a base di carne (foto sopra), il secondo a base di verdure, uova e pasta (nella foto in basso un okonumiyaki fatto da me e pronto per essere mangiato). Una volta fatta la scorta degli ingredienti "a crudo" questi vengono cotti al tavolo, su un'apposita piastra o pentola piena di brodo.
A questa aggiungente poi la formula all you can eat e vedete un po' voi che serata abbiamo passato ieri. Cos'è sta formula? Semplice: si paga una quota fissa e dopodichè si può consumare tutto quello che si vuole entro un certo arco di tempo (da 1 ora e mezza a 2 ore). Le bevande sono escluse, o messe nella formula all you can drink. La quota fissa non è esorbitante: circa 18 euro per gli uomini e 13 per le donne. Per paragone, 2 fettine di manzo al supermercato costano 14 euro, e le bevande, seppure a parte, sono anche relativamente economiche: una birra media 3 euro.
Non ci sono molte foto a testimoniare la serata perchè, cucinando sul tavolo, la probabilità di beccarsi qualche goccia di olio è molto elevata (e infatti ci hanno anche dato il bavettone di carta di ordinanza...). (se nel frattempo qualcuno di voi bene informati mi sa dire che frutto è quello nella foto...)
Oggi invece siamo stati al palazzo imperiale: innanzitutto è bene che vi informi che qui è arrivato il freddo.
Ma prima del freddo sono arrivate le decorazioni natalizie: alberi addobbati di luci (che però vengono spente la notte, il protocollo di Kyoto innanzi tutto), negozi con le canzoncine natalizie, babbi natale in giro insomma, tutto l'armamentario profano che accompagna il Natale visto però in chiave Tokyo, quindi moltiplicato per 20.
Ragion per cui non ci siamo stupiti di vedere un palazzo incartato come se fosse un gigantesco regalo!
Alla prossima!
E' presto detto: sono dei locali in cui il cliente si prepara da se le pietanze sotto la supervisione dei camerieri (che non è detto che tutti sappiano cucinare, e chi sa cucinare non è detto che lo faccia alla giapponese, perciò non provate nemmeno a non mettere le alghe secche sulla frittata!).
La differenza tra lo yakiniku e l'okonumiyaki sono essenzialmente nel tipo di pietanza: il primo è a base di carne (foto sopra), il secondo a base di verdure, uova e pasta (nella foto in basso un okonumiyaki fatto da me e pronto per essere mangiato). Una volta fatta la scorta degli ingredienti "a crudo" questi vengono cotti al tavolo, su un'apposita piastra o pentola piena di brodo.
A questa aggiungente poi la formula all you can eat e vedete un po' voi che serata abbiamo passato ieri. Cos'è sta formula? Semplice: si paga una quota fissa e dopodichè si può consumare tutto quello che si vuole entro un certo arco di tempo (da 1 ora e mezza a 2 ore). Le bevande sono escluse, o messe nella formula all you can drink. La quota fissa non è esorbitante: circa 18 euro per gli uomini e 13 per le donne. Per paragone, 2 fettine di manzo al supermercato costano 14 euro, e le bevande, seppure a parte, sono anche relativamente economiche: una birra media 3 euro.
Non ci sono molte foto a testimoniare la serata perchè, cucinando sul tavolo, la probabilità di beccarsi qualche goccia di olio è molto elevata (e infatti ci hanno anche dato il bavettone di carta di ordinanza...). (se nel frattempo qualcuno di voi bene informati mi sa dire che frutto è quello nella foto...)
Oggi invece siamo stati al palazzo imperiale: innanzitutto è bene che vi informi che qui è arrivato il freddo.
Ma prima del freddo sono arrivate le decorazioni natalizie: alberi addobbati di luci (che però vengono spente la notte, il protocollo di Kyoto innanzi tutto), negozi con le canzoncine natalizie, babbi natale in giro insomma, tutto l'armamentario profano che accompagna il Natale visto però in chiave Tokyo, quindi moltiplicato per 20.
Ragion per cui non ci siamo stupiti di vedere un palazzo incartato come se fosse un gigantesco regalo!
Alla prossima!
giovedì 15 novembre 2007
San Martino.
Da Internet:
"HOKKAIDO (GIAPPONE) - Addio alle autoradio e agli stereo supertecnologici. Nel futuro prossimo saranno le strade a suonare musiche armoniose. Lo dimostra l'ultima bizzarra invenzione giapponese sviluppata da ingegneri dell'Istituto di ricerche industriale di Hokkaido. Si tratta di strade che, come dimostra un video già cliccatissimo su YouTube, nel momento in cui sono percorse da autovetture, producono musiche e suoni piacevoli."
E poi vi stupite se per festeggiare il vino nuovo fanno i bagni termali nel Beaujolais?
Al secondo piano c'é la festa del vino, non possiamo mancare, giá ci siamo persi Cantine Aperte.
Con permesso!
"HOKKAIDO (GIAPPONE) - Addio alle autoradio e agli stereo supertecnologici. Nel futuro prossimo saranno le strade a suonare musiche armoniose. Lo dimostra l'ultima bizzarra invenzione giapponese sviluppata da ingegneri dell'Istituto di ricerche industriale di Hokkaido. Si tratta di strade che, come dimostra un video già cliccatissimo su YouTube, nel momento in cui sono percorse da autovetture, producono musiche e suoni piacevoli."
E poi vi stupite se per festeggiare il vino nuovo fanno i bagni termali nel Beaujolais?
Al secondo piano c'é la festa del vino, non possiamo mancare, giá ci siamo persi Cantine Aperte.
Con permesso!
mercoledì 14 novembre 2007
Piccoli problemi di ogni giorno. Episode 2.
Nonostante il sole splenda ancora spesso qui a Tokyo, l'autunno è arrivato, e con lui i primi freddi.
E che si fa quando arrivano i primi freddi? Ma naturalmente si accendono i riscaldamenti!
Qui il solerte padrone di casa ci ha lasciato tutte le istruzioni per fare tutto a puntino, e noi abbiamo eseguito.
Tanto per cominciare, avendo noi in casa una bella pompa di calore, la prima istruzione era quella di pulire i filtri.
E così, approfittando di una domenica di pioggia, ci siamo messi a smontare, aspirare, lavare ed asciugare i filtri.
Fatto questo c'era solo da accendere il tutto. Ma, dato che i comandi sono in giapponese, che fare? Ma ve l'abbiamo detto che il padrone di casa ha pensato a tutto! C'era anche lo specchietto con i comandi in inglese ed i corrispettivi kanji: caldo, freddo, deumidificatore, temperatura, velocità ventola, acceso, spento, movimento flap.
Ci siamo allora messi alla ricerca del remote control....
L'unica cosa di vagamente somigliante ad una unità di controllo che abbiamo trovato, però, aveva solo 3 pulsanti: uno col kanji acceso e gli altri due con due kanji ignoti.
Che fare?
Ci siamo messi a pigiare in vari ordini tutti i pulsanti. Dopo circa un'ora di sperimentazione aveva concluso quanto segue:
Neanche dopo varie minacce in giapponese maccheronico...
In preda allo sconforto abbiamo abbandonato l'impresa, decisi a contattare il proprietario, accompagnando il tutto con la ben nota esclamaziane di giubilo "mapopperdinci". Unendo a questa esclamazione un gesto di accompagnamento consono, abbiamo smosso la tenda... e sorpresa, appeso al muro e nascosto dietro la tenda c'era il telecomando, con tutti i suoi bei pulsantini....
Ah, sti giapponesi... li abbiamo fregati pure stavolta: loro credevano di aver pensato a tutto, ma a dire 'ndo cavolo stava il telecomando non ci avevano pensato!
Alla prossima.
P.S. Quell'altro aggeggio sul muro, nel caso ve lo stiate ancora chiedendo, è il termostato della caldaia...
E che si fa quando arrivano i primi freddi? Ma naturalmente si accendono i riscaldamenti!
Qui il solerte padrone di casa ci ha lasciato tutte le istruzioni per fare tutto a puntino, e noi abbiamo eseguito.
Tanto per cominciare, avendo noi in casa una bella pompa di calore, la prima istruzione era quella di pulire i filtri.
E così, approfittando di una domenica di pioggia, ci siamo messi a smontare, aspirare, lavare ed asciugare i filtri.
Fatto questo c'era solo da accendere il tutto. Ma, dato che i comandi sono in giapponese, che fare? Ma ve l'abbiamo detto che il padrone di casa ha pensato a tutto! C'era anche lo specchietto con i comandi in inglese ed i corrispettivi kanji: caldo, freddo, deumidificatore, temperatura, velocità ventola, acceso, spento, movimento flap.
Ci siamo allora messi alla ricerca del remote control....
L'unica cosa di vagamente somigliante ad una unità di controllo che abbiamo trovato, però, aveva solo 3 pulsanti: uno col kanji acceso e gli altri due con due kanji ignoti.
Che fare?
Ci siamo messi a pigiare in vari ordini tutti i pulsanti. Dopo circa un'ora di sperimentazione aveva concluso quanto segue:
- L'orologio non era settato a dovere, e lo abbiamo regolato.
- Un pulsante faceva salire e l'altro scendere una barra graduata sul display.
- Con l'acceso/spento si accendeva/spegneva il quadro.
Neanche dopo varie minacce in giapponese maccheronico...
In preda allo sconforto abbiamo abbandonato l'impresa, decisi a contattare il proprietario, accompagnando il tutto con la ben nota esclamaziane di giubilo "mapopperdinci". Unendo a questa esclamazione un gesto di accompagnamento consono, abbiamo smosso la tenda... e sorpresa, appeso al muro e nascosto dietro la tenda c'era il telecomando, con tutti i suoi bei pulsantini....
Ah, sti giapponesi... li abbiamo fregati pure stavolta: loro credevano di aver pensato a tutto, ma a dire 'ndo cavolo stava il telecomando non ci avevano pensato!
Alla prossima.
P.S. Quell'altro aggeggio sul muro, nel caso ve lo stiate ancora chiedendo, è il termostato della caldaia...
mercoledì 7 novembre 2007
Phenomena.
Ambientazione: metropolitana, sera.
Saliamo sulla metro, stranamente vuota per essere l'ora del rientro a casa. Abbiamo addirittura lo spazio per girarci e guardarci incontro. Il silenzio regna sovrano, solo il TU-TUM TU-TUM dei binari lo rompe, al contrario della consueto "Danubio Blu" suonato con le tirate di naso.
Alla prima fermata sale questo tipo, giacca, cravatta, 24ore e fazzoletto celeste in mano. Parte il treno e comincia a starnutire in maniera compulsiva.
ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...
Fortuna che ha la decenza di coprirsi la bocca e il naso col fazzoletto ad ogni starnuto...
ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...
In una delle rare pause comincia a muovere il collo come fa un pugile prima dell'incontro....
ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...
Lo sforzo si fa pesante...
ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...
Ahi, primo fallo... Dopo l'ennesima serie di starnuti si appoggia al corrimano col fazzoletto...
Vabbé, lo sappiamo che é buona norma lavarsi le mani dopo un viaggio in metro...
ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...
E continua col crescendo finale...
ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...
ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...
ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...
e per chiudere in bellezza si passa il fazzoletto sul viso per "asciugarsi" il sudore...
ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...
Per fortuna che alla prossima scendiamo... :D
Alla prossima.
domenica 4 novembre 2007
Asakusa.
Oggi siamo stati ad Asakusa, quartiere nella parte est di Tokyo. Tanto per cambiare bella giornata di sole (nonostante le previsioni dicessero nuvoloso, neanche qui ci azzeccano, a quanto pare).
Su una bella stradina, piena zeppa di negozietti di souvenir e cibo, abbiamo deliziato i nostri occhi e palati con il meglio (ma anche il peggio) dell'artigianato giapponese.
Abbiamo visto, uno di fianco all'altro, pregevoli stampe antiche da 180.000 Yen (1125 euro, sull'unghia) e chincaglieria kitsch.
Oltre a questi, c'erano anche negozi di generi alimentari, che cucinavano al momento piatti da asporto: si andava dai biscotti di pan di spagna di tutte le fogge (e dico proprio tutte, non solo Doraemon), alle pannochie arrosto, dalle polpette di pesce agli spiedini di maiale e pollo.
Dopo esserci satollati con una modesta porzione da almeno 300 gr di spaghetti e verdure varie più un uovo sodo sopra, ci siamo imbattuti, vicino al tempio, in un matrimonio: gli sposi portati al tempio da un portantino.
Altro che cortei strombazzanti!
Oltre a questo tuffo di tradizione, c'erano anche tantissimi bambini e bambine in kimono.
Alcuni visibilmente stufi, altri tutti orgogliosi (e vanitosi), scorazzavano comunque allegri in mezzo alla folla, per la gioia di genitori e visitatori. Peccato che la bambina in rosa, appena accortasi che le avevo scattato la foto (con somma soddisfazione del nonno) se ne sia scappata tutta imbronciata... BAH!
Alla prossima!
Su una bella stradina, piena zeppa di negozietti di souvenir e cibo, abbiamo deliziato i nostri occhi e palati con il meglio (ma anche il peggio) dell'artigianato giapponese.
Abbiamo visto, uno di fianco all'altro, pregevoli stampe antiche da 180.000 Yen (1125 euro, sull'unghia) e chincaglieria kitsch.
Oltre a questi, c'erano anche negozi di generi alimentari, che cucinavano al momento piatti da asporto: si andava dai biscotti di pan di spagna di tutte le fogge (e dico proprio tutte, non solo Doraemon), alle pannochie arrosto, dalle polpette di pesce agli spiedini di maiale e pollo.
Dopo esserci satollati con una modesta porzione da almeno 300 gr di spaghetti e verdure varie più un uovo sodo sopra, ci siamo imbattuti, vicino al tempio, in un matrimonio: gli sposi portati al tempio da un portantino.
Altro che cortei strombazzanti!
Oltre a questo tuffo di tradizione, c'erano anche tantissimi bambini e bambine in kimono.
Alcuni visibilmente stufi, altri tutti orgogliosi (e vanitosi), scorazzavano comunque allegri in mezzo alla folla, per la gioia di genitori e visitatori. Peccato che la bambina in rosa, appena accortasi che le avevo scattato la foto (con somma soddisfazione del nonno) se ne sia scappata tutta imbronciata... BAH!
Alla prossima!
mercoledì 31 ottobre 2007
Apocalipse now.
Un sentito ringraziamento a McGigi, Gialappa di via Sparano, per il prezioso commento audio che è parte integrante di tutti i filmati di questo post.
Domenica mattina. Autunno perfetto, proprio come nei dettati delle scuole elementari, con gli alberi rossi ma rossi davvero, non solo perchè la maestra dettava così (mentre in realtà tutti gli alberi nel raggio di 100 km erano sempreverdi).
Il sole splende, il cielo è limpido, un piacevole zefiro soffia nell'aria, gli uccelli cinguettano allegri.
I bambini giocano a calcio e baseball, gli adulti si denudano lungo le stradine, per indossare le divise da baseball, la palle da rugby, da baseball e da calcio vagano felici e abbandonate per ogni angolo.
E tre immancabili italiani che ciarlano amenamente nel parco collocato su un'isola sul fiume Tamagawa.
Quando all'improvviso compaiono all'orizzonte....
Prima una piccola avanguardia, e poi...
Ma il Giappone non era una nazione demilitarizzata? Ci è sorto il dubbio che ci fossimo persi qualche notizia importante in mattinata...
Mah, sarà che pure quelli dell'aeronautica volevano farsi una scampagnata.... Oppure i meganoidi che attaccavano?
Levando gli occhi dal cielo per cercare Daitan3 e volgendoli all'orizzonte abbiamo avuto una piacevole sorpresa: il monte Fuji all'orizzonte.
E dopo poteva forse mancare la partita di Holly e Benji? La New Team in maglietta bianca contro la squadra dalla maglietta rossa. Chi avrà vinto secondo voi? Dopo il primo minuto di gioco il risultato era fermo sullo 0-0.
Risultato finale: 1-0. Ecco il momento del gooooool (con speaker originale di sottofondo).
E poi abbiamo assistito ad una bella seduta di allenamento dei ragazzini che giocano a baseball. Ascoltate bene cosa urlano durante l'esercizio. Saranno tutti fan di Karate Kid?
Per chiudere una curiosità linguistica. Sapete cos'è lo tsuru-tsuru?
E' il rumore che si fa quando si mangiano soba, noodles e simili con relativa aspirazione di raffreddamento, insomma, quel gradevolissimo fluuuuuuuuu :).
Alla prossima.
lunedì 29 ottobre 2007
Le discese ardite e le risalite.
E finalmente ce l'abbiamo fatta!
Forse a qualcuno di voi non sará sfuggito che questo blog cita, abbastanza esplicitamente, i Cicloamici, ma di Cicloamico aveva ben poco, se non una foto di una bicicletta dipinta sull'asfalto.
Beh, lacuna colmata! Innanzitutto abbiamo le bici (vedi foto), due fantastiche 26'' (e chi sa la mia statura forse troverá la cosa ironica) con sellino rialzato, cestino portapacchi, freno anteriore ad archetto e posteriore a nastro, monomarcia con rapporto simil-rampichino, e queste bici sono regolarmente immatricolate con la loro bella targhettina gialla (vedi foto) che serve a rimettere insieme bici e ciclista separati dal destino avverso.
E, cosa piú importante, oggi siamo andati al lavoro in bicicletta: anziché farci i 7 km (in linea d'aria) da casa alla scrivania usando la metro (60 minuti di viaggio, 15+15 a piedi e 30 in metro), ci siamo fatti 10 km in bici "per vedere l'effetto che fa".
Ora, in Italia il 60% delle persone trova l'andare al lavoro una gran rottura di zebedei, che fa proprio perché deve, mentre l'altro 40% il lavoro non ce l'ha proprio, e magari c'ha gli zebedei ancora piú rotti. Eppure se a tutte ste persone con gli zebedei rotti la mattina dai un motivo per arrivare tardi al lavoro, che so, facendoti dare la precedenza ad un incrocio in cui loro hanno lo stop mentre passi con la bici, scatta la voglia irrefrenabile di aggiornare il Devoto-Oli della bestemmia edizione 2007, accompagnata da irrefrenabili e compulsivi strombazzamenti di clacson, perché li fai arrivare tardi al lavoro, perdindirindina; il ché, a pensarci bene, é come se uno rifiutasse, a male parole, di andare a giocare a calcetto e poi a bere una birra al bar con gli amici perché a casa deve aiutare la suocera a rammendare i calzini.
Mo, se questo accade in una cittadina italiana da 100.000 abitanti con gli zebedei rotti, che accadrá mai in una cittá da 18.000.000 di abitanti che se gli levi il lavoro gli levi la ragione stessa della loro esistenza? Sangue, risse, duelli alla Kagemusha, l'ombra del guerriero? Ebbene, possiamo dire con orgoglio cicloamico che NOI LO ABBIAMO PROVATO!
Innanzitutto, immaginatevi un incrocio semaforizzato in cui confluiscono 5 strade a 2 corsie per senso di marcia l'una: ad attendere il verde per passare, solo dal nostro lato, c'erano 17 altri ciclisti, roba che da noi la chiamano giá Critical Mass :(
Allo scattare del verde parte la gara: scatta in testa la nonnina con la Graziella gialla, seguita a ruota dal ciclista urbano in Specialized full carbon che peró é subito ripreso dalla mozzofisso nera.
La nonnina non demorde, anche perché a prepararle la volata c'é l'immancabile fanciulla con i tacchi a spillo in bicicletta e ginocchi altezza gola per la sella troppo bassa. Prova ad emergere dalle retrovie il compassato impiegato in giacca e cravatta e bicicletta Chevrolet, ma il CICHICI CICHICI che lo accompagna grazie alla catena in pura ruggine (frutto di anni ed anni di ascetica astensione dall'olio) avverte il gruppo del suo arrivo. Distratti dal rumore i ciclisti non notano la mamma coi bimbi che supera tutti dal marciapiede mentre i bambini, uno avanti e uno dietro, giocano tranquillamente alla PSP sui loro seggiolini. Si profila ormai un arrivo al fotofinish, ma la nonnina tira fuori l'immancabile rapa da 80 cm che le fa vincere la gara. E intanto dietro pedalano a ritmo cicloamico due ciclisti inebetiti, timorosi dal trovarsi al cospetto di camionisti che si fermano per farli passare, motociclisti in Harley che si scusano per aver occupato il marciapiede su cui stanno transitando liberandolo prontamente al vibrante tintinnio del campanello, automobilisti che prima di sorpassarli danno un lieve colpetto di clacson per accertarsi che il ciclista si sia accorto della manovra e dia il suo assenso. Tutto ció é irreale, ci deve essere qualche tranello.
E puntualmente il tranello arriva: lunga salita all'orizzonte, preceduta da altrettanto lunga discesa. Anche il ciclista alle prime pedivelle sa che in questi casi la regola é "pancia parallela al suolo e via piú veloce che puoi". Ma in Giappone non funziona cosí. L'uomo (o la donna) é tale se si eleva sulle sue miserie materiali e lotta contro la natura per superare i suoi limiti, e perció in fondo alla discesa, laddove la strada cambia pendenza c'é in attesa il nemico! UN SEMAFORO ROSSO!
Non avendo con noi il Devoto-Oli di cui sopra, con puro spirito zen ci siamo sobbarcati la salita benedicendo il rampichino monomarcia.
Giunti infine alla meta, ebbri di soddisfazione, abbiamo controllato il tempo: 50 minuti per 10.6 km, addirittura piú veloci della metropolitana! Ah, giusto per gradire, la rimozione coatta c'é anche per le bici, che hanno ovviamente anche i loro bei parcheggi, sia gratuiti che a pagamento.
Insomma, 10600 metri di puro divertimento, sia che si stesse sulla strada che sui marciapiedi, posti ovviamente allo stesso livello e non 30 cm piú in alto.
Il prossimo che vi dice che la bici non va bene in cittá sapete che raccontargli.
Alla prossima!
P.S. Oggi vi volevo parlare di Apocalipse Now e Holly e Benji, ve ne parleró la prossima volta.
P.P.S.G.P.S. Per chi fosse proprio interessato, ecco le coordinate del punto di partenza e di arrivo.
Partenza: 35°37'11'' N 139°37'12'' E
Arrivo: 35°39'43'' N 139°40'41'' E
Forse a qualcuno di voi non sará sfuggito che questo blog cita, abbastanza esplicitamente, i Cicloamici, ma di Cicloamico aveva ben poco, se non una foto di una bicicletta dipinta sull'asfalto.
Beh, lacuna colmata! Innanzitutto abbiamo le bici (vedi foto), due fantastiche 26'' (e chi sa la mia statura forse troverá la cosa ironica) con sellino rialzato, cestino portapacchi, freno anteriore ad archetto e posteriore a nastro, monomarcia con rapporto simil-rampichino, e queste bici sono regolarmente immatricolate con la loro bella targhettina gialla (vedi foto) che serve a rimettere insieme bici e ciclista separati dal destino avverso.
E, cosa piú importante, oggi siamo andati al lavoro in bicicletta: anziché farci i 7 km (in linea d'aria) da casa alla scrivania usando la metro (60 minuti di viaggio, 15+15 a piedi e 30 in metro), ci siamo fatti 10 km in bici "per vedere l'effetto che fa".
Ora, in Italia il 60% delle persone trova l'andare al lavoro una gran rottura di zebedei, che fa proprio perché deve, mentre l'altro 40% il lavoro non ce l'ha proprio, e magari c'ha gli zebedei ancora piú rotti. Eppure se a tutte ste persone con gli zebedei rotti la mattina dai un motivo per arrivare tardi al lavoro, che so, facendoti dare la precedenza ad un incrocio in cui loro hanno lo stop mentre passi con la bici, scatta la voglia irrefrenabile di aggiornare il Devoto-Oli della bestemmia edizione 2007, accompagnata da irrefrenabili e compulsivi strombazzamenti di clacson, perché li fai arrivare tardi al lavoro, perdindirindina; il ché, a pensarci bene, é come se uno rifiutasse, a male parole, di andare a giocare a calcetto e poi a bere una birra al bar con gli amici perché a casa deve aiutare la suocera a rammendare i calzini.
Mo, se questo accade in una cittadina italiana da 100.000 abitanti con gli zebedei rotti, che accadrá mai in una cittá da 18.000.000 di abitanti che se gli levi il lavoro gli levi la ragione stessa della loro esistenza? Sangue, risse, duelli alla Kagemusha, l'ombra del guerriero? Ebbene, possiamo dire con orgoglio cicloamico che NOI LO ABBIAMO PROVATO!
Innanzitutto, immaginatevi un incrocio semaforizzato in cui confluiscono 5 strade a 2 corsie per senso di marcia l'una: ad attendere il verde per passare, solo dal nostro lato, c'erano 17 altri ciclisti, roba che da noi la chiamano giá Critical Mass :(
Allo scattare del verde parte la gara: scatta in testa la nonnina con la Graziella gialla, seguita a ruota dal ciclista urbano in Specialized full carbon che peró é subito ripreso dalla mozzofisso nera.
La nonnina non demorde, anche perché a prepararle la volata c'é l'immancabile fanciulla con i tacchi a spillo in bicicletta e ginocchi altezza gola per la sella troppo bassa. Prova ad emergere dalle retrovie il compassato impiegato in giacca e cravatta e bicicletta Chevrolet, ma il CICHICI CICHICI che lo accompagna grazie alla catena in pura ruggine (frutto di anni ed anni di ascetica astensione dall'olio) avverte il gruppo del suo arrivo. Distratti dal rumore i ciclisti non notano la mamma coi bimbi che supera tutti dal marciapiede mentre i bambini, uno avanti e uno dietro, giocano tranquillamente alla PSP sui loro seggiolini. Si profila ormai un arrivo al fotofinish, ma la nonnina tira fuori l'immancabile rapa da 80 cm che le fa vincere la gara. E intanto dietro pedalano a ritmo cicloamico due ciclisti inebetiti, timorosi dal trovarsi al cospetto di camionisti che si fermano per farli passare, motociclisti in Harley che si scusano per aver occupato il marciapiede su cui stanno transitando liberandolo prontamente al vibrante tintinnio del campanello, automobilisti che prima di sorpassarli danno un lieve colpetto di clacson per accertarsi che il ciclista si sia accorto della manovra e dia il suo assenso. Tutto ció é irreale, ci deve essere qualche tranello.
E puntualmente il tranello arriva: lunga salita all'orizzonte, preceduta da altrettanto lunga discesa. Anche il ciclista alle prime pedivelle sa che in questi casi la regola é "pancia parallela al suolo e via piú veloce che puoi". Ma in Giappone non funziona cosí. L'uomo (o la donna) é tale se si eleva sulle sue miserie materiali e lotta contro la natura per superare i suoi limiti, e perció in fondo alla discesa, laddove la strada cambia pendenza c'é in attesa il nemico! UN SEMAFORO ROSSO!
Non avendo con noi il Devoto-Oli di cui sopra, con puro spirito zen ci siamo sobbarcati la salita benedicendo il rampichino monomarcia.
Giunti infine alla meta, ebbri di soddisfazione, abbiamo controllato il tempo: 50 minuti per 10.6 km, addirittura piú veloci della metropolitana! Ah, giusto per gradire, la rimozione coatta c'é anche per le bici, che hanno ovviamente anche i loro bei parcheggi, sia gratuiti che a pagamento.
Insomma, 10600 metri di puro divertimento, sia che si stesse sulla strada che sui marciapiedi, posti ovviamente allo stesso livello e non 30 cm piú in alto.
Il prossimo che vi dice che la bici non va bene in cittá sapete che raccontargli.
Alla prossima!
P.S. Oggi vi volevo parlare di Apocalipse Now e Holly e Benji, ve ne parleró la prossima volta.
P.P.S.G.P.S. Per chi fosse proprio interessato, ecco le coordinate del punto di partenza e di arrivo.
Partenza: 35°37'11'' N 139°37'12'' E
Arrivo: 35°39'43'' N 139°40'41'' E
Iscriviti a:
Post (Atom)