venerdì 23 novembre 2007

Festa della cultura.


Oggi in Giappone è la festa della cultura, giornata di vacanza.
Al campus sono organizzati vari eventi: concerti, rappresentazioni teatrali, proiezioni di film e simili.
Gironzolando nel mio quartiere sono capitato dalle parti del Tamagawa, ed ho deciso di fare un salto al parco, tanto per cambiare gremito di gente che giocava a calcio e a baseball. Oltre a loro però, ed a un vento forte e gelido che sferzava i campi, c'erano anche delle altre persone raccolte davanti a dei gazebo.
Raccoglievano le iscrizioni dei volontari per pulire il parco, e fornivano sacchetti per la raccolta, pinze metalliche e guanti in gomma verdi, oltre alla mappa della zona di competenza.

Più avanti ho trovato degli intrepidi che, in muta, avanzavano compatti nel fiume per cercare rifiuti sommersi: ho assistito al recupero della carcassa di una moto e di diverse biciclette. E anche dal parco, nonostante l'apparenza linda e tersa, alla fine sono stati raccolti diversi sacchi di rifiuti.

Ma i giapponesi sono sensibili alle tematiche ambientali? O sono solamente ligi al rispetto delle regole e della res publica? Le strade pulite, la rigorosa raccolta differienzata, l'attenzione allo spegnere le luci superflue (sulla definizione di superfluo poi si potrebbe anche obiettare, vedi foto ad esempio) e agli sprechi energetici in generale potrebbero forse far pensare alla prima opzione.


Altri fatti invece mi fanno propendere per la seconda: un gruppo di attivisti per la difesa (spero, era scritto tutto in giapponese) delle tartarughe che espone nel suo stand un enorme carapace vuoto e delle uova (di tartaruga, ovviamente) in salamoia, il cemento che imperversa dappertutto (anche lungo gli argini dei più remoti ruscelli di montagna), l'uso selvaggio di legno e derivati (provate ad aprire una qualsiasi confezione giapponese e ve ne renderete conto, ci sono almeno 3 strati di carta e plastica, per non parlare delle bacchette usa e getta).

Probabilmente, con la schizofrenia tipica di questo paese, convivono entrambe le anime, quella consumistica e quella ecologista. Forse, rispetto all'Italia, il rispetto per le regole e per il bene comune fa si che comunque ci sia un più elevato standard ambientale e non si debba assistere agli scempi che si ammirano da noi. Comunque anche qui i nodi da sciogliere sono tanti.

Alla prossima.

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