mercoledì 31 ottobre 2007

Apocalipse now.

Un sentito ringraziamento a McGigi, Gialappa di via Sparano, per il prezioso commento audio che è parte integrante di tutti i filmati di questo post.


Domenica mattina. Autunno perfetto, proprio come nei dettati delle scuole elementari, con gli alberi rossi ma rossi davvero, non solo perchè la maestra dettava così (mentre in realtà tutti gli alberi nel raggio di 100 km erano sempreverdi).


Il sole splende, il cielo è limpido, un piacevole zefiro soffia nell'aria, gli uccelli cinguettano allegri.
I bambini giocano a calcio e baseball, gli adulti si denudano lungo le stradine, per indossare le divise da baseball, la palle da rugby, da baseball e da calcio vagano felici e abbandonate per ogni angolo.
E tre immancabili italiani che ciarlano amenamente nel parco collocato su un'isola sul fiume Tamagawa.


Quando all'improvviso compaiono all'orizzonte....


Prima una piccola avanguardia, e poi...



Ma il Giappone non era una nazione demilitarizzata? Ci è sorto il dubbio che ci fossimo persi qualche notizia importante in mattinata...
Mah, sarà che pure quelli dell'aeronautica volevano farsi una scampagnata.... Oppure i meganoidi che attaccavano?
Levando gli occhi dal cielo per cercare Daitan3 e volgendoli all'orizzonte abbiamo avuto una piacevole sorpresa: il monte Fuji all'orizzonte.


E dopo poteva forse mancare la partita di Holly e Benji? La New Team in maglietta bianca contro la squadra dalla maglietta rossa. Chi avrà vinto secondo voi? Dopo il primo minuto di gioco il risultato era fermo sullo 0-0.



Risultato finale: 1-0. Ecco il momento del gooooool (con speaker originale di sottofondo).



E poi abbiamo assistito ad una bella seduta di allenamento dei ragazzini che giocano a baseball. Ascoltate bene cosa urlano durante l'esercizio. Saranno tutti fan di Karate Kid?



Per chiudere una curiosità linguistica. Sapete cos'è lo tsuru-tsuru?
E' il rumore che si fa quando si mangiano soba, noodles e simili con relativa aspirazione di raffreddamento, insomma, quel gradevolissimo fluuuuuuuuu :).

Alla prossima.

lunedì 29 ottobre 2007

Le discese ardite e le risalite.

E finalmente ce l'abbiamo fatta!
Forse a qualcuno di voi non sará sfuggito che questo blog cita, abbastanza esplicitamente, i Cicloamici, ma di Cicloamico aveva ben poco, se non una foto di una bicicletta dipinta sull'asfalto.


Beh, lacuna colmata! Innanzitutto abbiamo le bici (vedi foto), due fantastiche 26'' (e chi sa la mia statura forse troverá la cosa ironica) con sellino rialzato, cestino portapacchi, freno anteriore ad archetto e posteriore a nastro, monomarcia con rapporto simil-rampichino, e queste bici sono regolarmente immatricolate con la loro bella targhettina gialla (vedi foto) che serve a rimettere insieme bici e ciclista separati dal destino avverso.


E, cosa piú importante, oggi siamo andati al lavoro in bicicletta: anziché farci i 7 km (in linea d'aria) da casa alla scrivania usando la metro (60 minuti di viaggio, 15+15 a piedi e 30 in metro), ci siamo fatti 10 km in bici "per vedere l'effetto che fa".

Ora, in Italia il 60% delle persone trova l'andare al lavoro una gran rottura di zebedei, che fa proprio perché deve, mentre l'altro 40% il lavoro non ce l'ha proprio, e magari c'ha gli zebedei ancora piú rotti. Eppure se a tutte ste persone con gli zebedei rotti la mattina dai un motivo per arrivare tardi al lavoro, che so, facendoti dare la precedenza ad un incrocio in cui loro hanno lo stop mentre passi con la bici, scatta la voglia irrefrenabile di aggiornare il Devoto-Oli della bestemmia edizione 2007, accompagnata da irrefrenabili e compulsivi strombazzamenti di clacson, perché li fai arrivare tardi al lavoro, perdindirindina; il ché, a pensarci bene, é come se uno rifiutasse, a male parole, di andare a giocare a calcetto e poi a bere una birra al bar con gli amici perché a casa deve aiutare la suocera a rammendare i calzini.

Mo, se questo accade in una cittadina italiana da 100.000 abitanti con gli zebedei rotti, che accadrá mai in una cittá da 18.000.000 di abitanti che se gli levi il lavoro gli levi la ragione stessa della loro esistenza? Sangue, risse, duelli alla Kagemusha, l'ombra del guerriero? Ebbene, possiamo dire con orgoglio cicloamico che NOI LO ABBIAMO PROVATO!

Innanzitutto, immaginatevi un incrocio semaforizzato in cui confluiscono 5 strade a 2 corsie per senso di marcia l'una: ad attendere il verde per passare, solo dal nostro lato, c'erano 17 altri ciclisti, roba che da noi la chiamano giá Critical Mass :(
Allo scattare del verde parte la gara: scatta in testa la nonnina con la Graziella gialla, seguita a ruota dal ciclista urbano in Specialized full carbon che peró é subito ripreso dalla mozzofisso nera.
La nonnina non demorde, anche perché a prepararle la volata c'é l'immancabile fanciulla con i tacchi a spillo in bicicletta e ginocchi altezza gola per la sella troppo bassa. Prova ad emergere dalle retrovie il compassato impiegato in giacca e cravatta e bicicletta Chevrolet, ma il CICHICI CICHICI che lo accompagna grazie alla catena in pura ruggine (frutto di anni ed anni di ascetica astensione dall'olio) avverte il gruppo del suo arrivo. Distratti dal rumore i ciclisti non notano la mamma coi bimbi che supera tutti dal marciapiede mentre i bambini, uno avanti e uno dietro, giocano tranquillamente alla PSP sui loro seggiolini. Si profila ormai un arrivo al fotofinish, ma la nonnina tira fuori l'immancabile rapa da 80 cm che le fa vincere la gara. E intanto dietro pedalano a ritmo cicloamico due ciclisti inebetiti, timorosi dal trovarsi al cospetto di camionisti che si fermano per farli passare, motociclisti in Harley che si scusano per aver occupato il marciapiede su cui stanno transitando liberandolo prontamente al vibrante tintinnio del campanello, automobilisti che prima di sorpassarli danno un lieve colpetto di clacson per accertarsi che il ciclista si sia accorto della manovra e dia il suo assenso. Tutto ció é irreale, ci deve essere qualche tranello.

E puntualmente il tranello arriva: lunga salita all'orizzonte, preceduta da altrettanto lunga discesa. Anche il ciclista alle prime pedivelle sa che in questi casi la regola é "pancia parallela al suolo e via piú veloce che puoi". Ma in Giappone non funziona cosí. L'uomo (o la donna) é tale se si eleva sulle sue miserie materiali e lotta contro la natura per superare i suoi limiti, e perció in fondo alla discesa, laddove la strada cambia pendenza c'é in attesa il nemico! UN SEMAFORO ROSSO!
Non avendo con noi il Devoto-Oli di cui sopra, con puro spirito zen ci siamo sobbarcati la salita benedicendo il rampichino monomarcia.


Giunti infine alla meta, ebbri di soddisfazione, abbiamo controllato il tempo: 50 minuti per 10.6 km, addirittura piú veloci della metropolitana! Ah, giusto per gradire, la rimozione coatta c'é anche per le bici, che hanno ovviamente anche i loro bei parcheggi, sia gratuiti che a pagamento.
Insomma, 10600 metri di puro divertimento, sia che si stesse sulla strada che sui marciapiedi, posti ovviamente allo stesso livello e non 30 cm piú in alto.


Il prossimo che vi dice che la bici non va bene in cittá sapete che raccontargli.

Alla prossima!

P.S. Oggi vi volevo parlare di Apocalipse Now e Holly e Benji, ve ne parleró la prossima volta.

P.P.S.G.P.S. Per chi fosse proprio interessato, ecco le coordinate del punto di partenza e di arrivo.
Partenza: 35°37'11'' N 139°37'12'' E
Arrivo: 35°39'43'' N 139°40'41'' E

giovedì 25 ottobre 2007

Piccoli problemi di ogni giorno.

Immaginate di tornare casa, andarvi a sciacquare le mani ed il viso e di scoprire che lo scarico del vostro lavandino si è otturato.
Urlo di orrore e sgomento, attimi di panico, ma poi spunta fuori la nonnina dell'ACE che vi consiglia tutta premurosa di comprare il mister muscolo per rimuovere l'ingorgo malefico.
E vissero tutti felici e contenti.

Ora, prendete la stessa storia e gli stessi protagonisti e spostateli a Tokyo.
Invece della nonnina dell'ACE vi spunterà fuori un tipo vestito alla Elvis che agita il bacino attorniato da tante ballerine che ballano in stile Galeazzi, che vi consiglierà di usare il fantastico Sumo-san.

Ora, a parte che voi di giapponese non ci capite un accidente, come caspita si scrive Sumo-san?

L'importante è non perdersi d'animo e mettersi a cercare nel negozio senza usare la logica occidentale. Voi ad esempio pensate che pelati e sughi pronti debbano stare in scaffali contigui, ed invece no! I sughi pronti stanno di fianco agli snack al pesce crudo, i pelati tra aromi ed alcolici, tre corridoi avanti.

Insomma, alla fine vi mettete a girare alla Sherlock Holmes tra i vari scaffali, e verso la cassa, laddove in Italia abbondano lamette, caramelle, uova di cioccolata e spilacchi vari, qui trovate tutto l'occorrente per liberare gli scarichi ostruiti. Sarà per questo che i bimbi giapponesi fanno meno capricci?

Tutti soddisfatti del vostro acquisto, dalla inconfondibile scatola arancione, vi recate a casa per levare il tappo malefico. Avete però scordato che le istruzioni sono in giapponese, quindi sperate che alla fin fine le modalità d'uso siano simili.

Mettete a bollire dell'acqua, appena arrivata ad ebollizione prendete uno degli otto stick della confezione, lo aprite e ne versate il contenuto granulare nello scarico, seguito dall'acqua bollente.

A questo punto, miracolo giapponese, succede l'incredibile: si sviluppa una densa schiuma che, dopo 3 minuti, come garantito dall'etichetta (ma non avevamo detto che il giapponese non lo capivamo?), libera il tubo come testimoniato dal ruttino di gratitudine emesso dal lavandino.

Questi si che son progressi! Alla prossima!

Sumo-san sumo-san, e gli ingorghi se ne van!

domenica 21 ottobre 2007

Domenica a Yoyoghi Park.

Mentre in Italia già si schiatta dal freddo e non ci sono più le mezze stagioni, qui in Giappone Giove Bernacca ci ha regalato una bella giornata di sole, cielo terso (tramonto col Fuji-yama all'orizzonte, per intenderci) e temperatura gradevole, tipicamente autunnale.

DOMENICA + BEL TEMPO = GIORNATA DA PASSEGGIO!

Ci siamo concessi allora una bella passeggiata dalle parti dello Yoyoghi Park e Harajuku.

Bel posticino Yoyoghi Park, un parco frequentato da gente sobria e allegre famigliuole: date un'occhiata al chitarrista vestito da dalmata!



Per non parlare delle Harajuku girl...


Accanto a loro, però, con una schizofrenia tipicamente del Giappone, anzi di Tokyo, città che vive proiettando il suo passato nel futuro, ci si imbatte in signore vestite col tradizionale kimono...

... o belle magliettine pro-vegetariani (per la gioia del cicloguru-sensei!).


A pranzo ci siamo nutriti con sano cibo da bancarella giapponese, spaghetti e verdure cotti alla piastra per tutti più salsicciotto allo spiedo per gli uomini (un consiglio: non esagerate con la senape!). La ciboamica ha elaborato una propria tecnica per l'utilizzo delle bacchette, ma i dettagli di questa tecnica sono ancora coperti dal più profondo segreto, chi ha assistito alle rare esibizioni narra cose mirabolanti, che noi umani non possiamo neanche immaginare; siamo in attesa del Bruce-Lee delle bacchette che sveli all'occidente questi dettagli ;-).

Sulla via del ritorno ci siamo imbattuti in un o-mikoshi, cerimonia giapponese in cui un tempio viene portato a spalla dai devoti per le vie del quartiere. Sembrerebbe, a parole, una delle nostre italiche processioni, ma guardate il video... E non vi metto la foto dei portantini con le chiappe al vento!



Insomma, proprio una bella domenica. Questi giapponesi si ammazzeranno di lavoro, ma sanno godersi la vita!

Alla prossima!

giovedì 18 ottobre 2007

Esemplari giapponesi.

L'altro giorno camminavano dentro Tokyo alla ricerca di un ufficio postale, in un quartiere con tante piccole casette stile Doraemon. Ad un certo punto vediamo venirci incontro una vecchietta giapponese, col suo bel kimono, i suoi sandaletti e la camminata da vecchietta giapponese con kimono e sandaletti.
Da un momento all'altro, poi, "RUUUUUUUU" .......... "SPUT".
E poi mettono il suono del water flush nei WC.... BAH!

Tipico esemplare di foemina metropolitana nipponensis.

Bicicletta con turbina sul mozzo posteriore. Secondo voi a che serve?

Godzilla è tornato! Per fortuna l'ho fatto calmare rimettendolo sul cespuglio. ;)

Vagone della metropolitana in un momento di lenta. Non sto scherzando, c'è davvero poca gente.

Alla prossima.

martedì 16 ottobre 2007

Otanjou-bi Omedetou Gozaimasu!

Oggi e' il compleanno dell'altra meta' del mio cielo: il titolo del post e', appunto, buon compleanno in giapponese.

Qui in Giappone gli auguri si fanno fino al giorno del compleanno, non dopo, mentre da noi e' esattamente l'opposto: si fanno dal giorno in poi, guai a farli prima! Curiose simmetrie culturali!Cosi' l'unico giorno buono per entrambi i mondi e' oggi, quindi chi puo' venga a prendersi i biscottini dal tavolo all'ingresso, finche' ci sono!
Altre simmetrie del genere? Provate a soffiarvi il naso in pubblico qui, causerete un'ondata di disgusto generale per salvarvi dalla quale dovrete profondervi in inchini e gomen-nasai a piu' non posso. D'altro canto, se tirate su con il naso anche in maniera molto rumorosa (se non lo potete depositare nel fazzoletto e vi sta colando, da qualche parte lo dovrete pur "immagazzinare", no?) o addirittura scatarrate, nessuno vi dira' nulla. Proprio come da noi, no?
Della pennichella pubblica ho gia' parlato, e un accenno alle toilet l'ho anche gia' fatto.
Un'ulteriore menzione al merito va pero' ulteriormente fatta: dato che le donne giapponesi sono, a quanto pare, molto piu' educate e pudiche dei rispettivi uomini, non e' ammissibile per loro emettere "sonorita' auliche" neanche quando in teoria sarebbero rinchiuse nell'intimita' di un WC pubblico, mentre e' noto che in fondo il barrito degli elefanti maschi serve per verificare a distanza la loro forza ed evitare gli scontri ;-).
Non mi spiego altrimenti la presenza del pulsante che fa partire un apposito microfono che emette solo il rumore dello sciacquone.
A scanso di equivoci, poiche' tale pulsante non e' presente nelle toilet maschili, la conoscenza della sua presenza non deriva da ispezione diretta, ma da resoconto fornito dalla meta' del cielo.
E visto che ora per l'argomento del post mi becchero' un colpo di mattarello giapponese in testa dalla suddetta meta', concludo con un Otanjou-bi Omedetou Gozaimasu! Happy Birthday! Buon compleanno!
Alla prossima!

domenica 14 ottobre 2007

Ciboamici.

Quando si dice i casi della vita!
Appena inviato il precedente post siamo andati a cena con dei nostri colleghi giapponesi in un ristorante giapponese: full immersion in the japan pot!

Il locale non era niente male, e anche la compagnia non ha deluso, anzi! Merito dell'alcool? Boh!
Però un giapponese che ti da una pacca sulla spalla è una cosa rara come un ciclope strabico che porta a passeggio un serpente zoppo!

Oltre a noi due facevano anche parte della compagnia Gigi-sasuke-san e Christian, alemanno di Giappone.

Alle ordinazioni hanno ovviamente provveduto i nostri ospiti, di cui ci siamo ciecamente fidati.
Ed ecco cosa ci è arrivato al tavolo, ma non abbiate speranza che me ne ricordi i nomi!


Sushi a base di tonno e mango con salsina speziata.


Carne di cavallo con cipolle tritate e ginger.

Involtini di pasta con ripieno di verdure.


Insalata mista. Perdonate questo povero gaijin e la sua memoria balorda.


Polpette di pesce cotto. Voi cosa pensereste se, appena vi portano il piatto davanti, vedeste che il suo contenuto si muove? Non ci credete? Guardate il video...


Tranquilli, tranquilli, è tutta una questione di termodinamica: è tutto tagliato così sottile che si muove a causa dell'alta temperatura.



Pezzetti di carne (pollo e maiale) alla piastra.


Formaggi fusi e uova (forse...).


Involtini di asparagi e pancetta con senape.


Ostriche impanate.


Verdure vare alla griglia.


Polpette allo spiedo.


Spiedini di carne di maiale.


Frittata ripiena di ramen.


Zuppa per lottatori di sumo.


Nion-shu. Altrimenti detto sakè.

Menzione al merito al ume-shu (suona come u mesciu), vino dolce aromatizzato alle prugne, dal gradevole sapore che ricorda l'amarena.

Prima che vi passi la voglia di invitarci a cena al nostro ritorno, vista la quantità di roba che abbiamo ingurgitato, vi faccio presente che tutte queste portate sono state portate ad un tavolo per quattro persone, e quindi tra loro divise. Ed il tutto ad un prezzo decisamente ragionevole: 3000 yen a testa, poco meno di 19 euro, comprensive anche di 3 birre ed 1 sakè a testa.

Come è stato il tutto? Anche chi è più diffidente ha apprezzato i sapori delle pietanze, che sono decisamante inconsueti e piacevoli. Certo, alcune piatti, come la carne di cavallo cruda, richiedono un certo salto nel buio, ma non c'è stato nulla di immangiabile, anzi.

Certo, qualche difficoltà ha comportato l'uso delle bacchette per la ciboamica: prima sembrava che stesse lavorando a maglia con i filetti di verdura, poi all'uncinetto, infine è passata a usare le bacchette come maxi spiedini, infilzando i bocconi con degli affondi di fioretto e mascherando il tutto con la seconda bacchetta :). Non è mancato l'attimo di panico, quando nel tentativo di pigliare un boccone una bacchetta è partita in stile stelletta ninja.

Per l'angolo Carramba che sorpresa, parlando parlando nel corso della serata il discorso è caduto sul prossimo compleanno della ciboamica. I simpaticissimi giapponesi hanno subito sguinzagliato uno dei loro, che è giunto al locale con una coppetta contenente un tiramisù alla panna e dei bastoncini al cioccolato alla fragola come candeline; happy birthday to you è volata nell'aria, e delle lacrimone di commozione si sono affacciate sugli occhi della festeggiata a sorpresa, che per coprirsi con le mani ha lanciato l'ennesimo paio di bacchette in stile ninja.

Insomma, una bella serata. E i giapponesi sono proprio prescioni davanti ad un tavolo apparecchiato. Mo resta da fargli assaggiare il limoncello ed il mirto.

Alla prossima!

venerdì 12 ottobre 2007

L'abbuffata.

Il Giappone, alle orecchie ma soprattutto ai palati dei piu' tradizionalisti degli occidentali, evoca strane pientanze, come la zuppa d'alghe, il pesce crudo, i tentacoli di polipo vivo e simili altre delicatessen.
Dopo una settimana abbondante trascorsa qui, che abbiamo visto di tanto sconvolgente?
Beh, a parte l'aver assaggiato la zuppa d'alghe, e non averla trovata poi tanto male (l'alga ha quel sapore del frutto di mare crudo, male che vada), negli scaffali dei supermercati ci si puo' imbattere in prodotti che quanto meno fanno storcere il naso. Eccone alcuni:

  • nel reparto "patatine e snack salati" si trovano facilmente buste simili a quelle delle patatine, che pero' contengono dei piccoli pesci secchi, tipo alici, da gustare magari guardando un film con la propria ragazza ;)
  • nel reparto "pesce" si possono trovare gamberetti secchi. Cosa hanno di strano? Che non sono i gamberetti cui siamo abituati in Italia, ma quelli piccoli e semi-trasparenti, di quelli che i bambini s'affannano a pescare d'estate nelle conchette in riva al mare. Gia' sono piccoli da vivi, figuratevi da secchi!
  • nel reparto "macelleria" ci si imbatte in confezioni ben fatte di pelle di pollo. No, non pollo, ma solo pelle di pollo! Concordo sulla sua bonta' quando fatta alla brace, ma attaccarci almeno la coscia, no?
  • nel reparto "frutta e verdura", infine, abbiamo trovato, sempre nella sua bella confezione, dei crisantemi gialli, o almeno tali sembravano. A che ricetta serviranno mai?
  • spicchi d'aglio fritti venduti come stuzzichini (sara' per questo che la natalita' giapponese e' tra le piu' basse del mondo?)

Comunque, a parte queste stranezze, che penso incontri anche chi fa il viaggio inverso (non credo che molti capirebbero la bonta della cicoria selvatica,delle lumache o della carne di cavallo), la cucina giapponese non e' orribile: male che vada non chiedetevi cosa state mangiando e limitatevi ad assaporarne il gusto! :)

mercoledì 10 ottobre 2007

Il grande sonno.

Sembra strano, ma in una nazione come il Giappone, che ha nello stakanovismo sul lavoro quasi il marchio di fabbrica, le pennichelle sul lavoro sono cosa molto comune.

A parte le tante volte che mi e' capitato di vedere gente dormire in piedi alla fermata della metro o sugli stessi vagoni, non e' raro trovare qualcuno che se la dorme beatamente steso sulla tastiera del suo computer.

Cosa mi e successo l'altro giorno: arrivo al lavoro, mi metto alla mia scrivania e accendo il pc, tempo mezz'ora e arriva il mio vicino, che si siede, accende il pc e comincia a mangiare un panino con una velocita' al limite del rischio di soffocamento, tossendo in maniera convulsa ad ogni boccone mandato giu'.

Finito il panino ha cominciato a scrivere al pc, al mio orecchio non arrivava altro che un continuo "type - type - type - type - click - click - type - type - type...."
Dopo qualche minuto ho cominciato a sentire un monotono "click --- click --- click --- click --- click", mi sono girato a guardare ed il mio vicino era crollato a dormire mentre la sua mano continuava a cliccare indefessa!
Dopo qualche altro minuto anche la mano ha ceduto all'abbraccio di Morfeo, smettendola di cliccare.

Ridendo tra i baffi per questa situazione ho voluto vedere come andava il risveglio: appena ha riaperto gli occhi ha ripreso a lavorare come se nulla fosse successo:"type - type - type - type - click - click - type - type - type....".

Visto che questa abitudine sembra essere molto diffusa, mi conforta sapere che le stesse cose accadono anche nei centri di controllo delle centrali nucleari, un po' come l'uccellino automatico di Homer ;-)

Alla prossima!

lunedì 8 ottobre 2007

Nikko.


Prima domenica in Giappone, quale occasione migliore per una bella gita fuori porta?
Destinazione Nikko, amena località a circa 140 km da Tokyo, che si raggiunge con una comoda levata alle 5 del mattino (nei giorni lavorativi ci alziamo alle 6... ) e circa 3 ore di metro e treno.
Nikko è famosa per i suoi santuari.

Tutto cominciò quando un monaco, dopo aver attraversato sul dorso di due dragoni il fiume che qui scorre, decise di costruire un ponte (e chiamalo scemo...) e di fondare dei santuari.

Venne poi un potente signore che, per gloriarsi del suo potere, decise di costruirsi un mausoleo all'altezza della sua fama, e così alla fine venne eretto tutto il complesso di Nikko, comprendente tra l'altro una pagoda senza fondamenta, che ha a suo interno un maxi pendolo che oscilla e la mantiene salda in caso di terremoto.

I costruttori di tutto questo complesso, consci della superba bellezza della loro opera, e timorosi che qualche dio si ingelosisse di cotanta bellezza, decisero di apporvi apposta un difetto, e misero una colonna capovolta, e poi si trasferirono in Italia, dove con lo stesso spirito si misero a costuire la Salerno-Reggio Calabria.

In una delle sale, la cosiddetta sala del dragone, (vedi video) l'acustica è talmente perfetta che il riverbero del suono prodotto urtando tra loro due pezzi di legno riproduce il ruggito del dragone (oddio, a noi è sembrato più uno yorkshire isterico che un dragone, però comunque l'effetto è notevole).


Passati oltre, abbiamo assistito al suono della campana: un campanello così lo consiglio in ogni casa!



Ed infine ci siamo recati ad ammirare la stupenda cascata Kegon: ci siamo sciroppati 2 ore di ordinatissima coda giapponese per arrivare a vedere la cascata. Strada di montagna a senso unico, due corsie, 5 km di coda su una sola corsia mentre l'altra era VUOTA!

Nessuno che osasse pensare di varcare la linea di mezzeria per bersi un po di fila, no tutti insieme appassionatamente a salire su lenti lenti.

Fatte le solite foto di rito ci siamo fermati a saccheggiare il negozio di souvenir locali, dove abbiamo avuto la conferma che la nostra infanzia non è stata presa in giro, no davvero.

Ricordate Sampei? Dopo aver pescato pesci gatto da 150 kg con una canna di bambù (mah, visto che qua tutti vedono dragoni ho i miei dubbi che fosse solo bambù ;) ) si fermava a cibarsi dei bei pesciolini che pescava suo nonno e che arrostivano infilzandoli con un rametto.

Ora, a parte che era un furbone, con un pesce gatto da 150 kg in spalla, a mangiarsi quelle minuterie che gli passava il nonno, io mi sono sempre chiesto come faceva a mangiare quei pesci senza beccarsi una spina e senza sfracellarli per poterli arrostire. Beh, in diretta dalla cascata, abbiamo fotografato il pronipote del nonno di Sampei che arrostiva i pesci e li vendeva ai turisti, che se li mangiavano con lo stesso gusto di Sampei!

Giornata memorabile, non c'è ce dire.

Ciao a tutti e alla prossima.

sabato 6 ottobre 2007

Tramonto sul paese del sol levante.

Incrocio.

venerdì 5 ottobre 2007

Breve ma intenso. Reloaded.

Aricciao a tutti,
a quanto pare di tutti gli emigranti recenti siamo quelli che stiamo messi meglio a casa, non so se esserne fiero ;)
Vi sto scrivendo questo post con la fantastica tastiera ciapponese, che non ha apostrofi e/o accenti, e se ce li ha li tiene ben nascosti.
Allora, ieri appena arrivati al lavoro becchiamo sulle scale il gran capo, inchino, buongiorno, come va? ci vediamo dopo.
Dopo significa alla riunione del mattino: tutti in una stanza, in piedi, entra il capo, inchino e buongiorno (ahia la spalla) ciukici ciuchicio in giapponese, tutti sull attenti, e poi breve momento in inglese in cui ci presentiamo. Inchino daccapo e poi tutti via.

Poi tutti a mensa col gruppo, vicecapo compreso. E secondo voi io che ho fatto? per non fare figuracce mi sono messo a mangiare pane e salame con forchetta e coltello? Ma noooo!
Pietanze giapponesi con le bacchette! La cicloamica invece, piu garbata, ha fatto ricorso alla boulangerie.

Menu:

  • stufato di carne con verdure varie (piselli, carote, funghi, patate e salsina)
  • riso in bianco (tazzone stile colazione)
  • polpetta di patate con verdure a filini
  • zuppa d alghe da bere dopo aver mangiato l alga e dei cubetti color nocciola

Le bacchette hanno portato tutto diligentemente alla mia bocca e solo alla mia bocca, mentre il vice capo seduto di fronte a me ci intratteneva beatamente in conversazioni. La cicloamica, alle spalle del vice capo, mangiava e mi implorava con lo sguardo di non fare cazz... ;)
Alla fine me ne sono uscito dalla mensa con la panza piena come un melone...

Impressione generale dell universita qui? direi che e tutto breve ma intenso...

pausa pranzo? breve ma intensa, veloce mangiata e chiaccherata rigorosamente di lavoro.
partita a calcio? (la fanno come pausa..) breve ma intensa... mezzora alla holli e benji, poi tutti sotto la doccia e via al lavoro.
pennichelle? brevi ma intense :D non e raro trovarli collassati sulla tastiera a ronfare per poi svegliarsi subito dopo e tornare a lavorare come se niente fosse.

Menzione al merito alle toilet: tavoletta riscaldata e ugello per bidet incorporato, con apposita pulsantiera da attivare al termine della ehm... "prestazione".

Impresa memorabile stamattina: a Tokyo non ci sono bidoni della spazzatura (per paura di attentati) cosi i rifiuti vanno divisi in riciclabili, non riciclabili e combustibili, e vanno buttati in giorni appositi nei posti giusti. E stamattina per buttare la monnezza mi sono rivolto ad un vecchietto in divisa che pareva il maestro dell uomo tigre, che non parlava inglese e che tra continui inchini (miei e suoi) e comunque riuscito a farmi capire dove buttare la spazzatura.

La mattina e molto bello vedere tutti i bambini che sciamano a piedi verso la scuola, con mamme e nonni che picchettano gli incroci aiutandoli ad attraversare: sono tutti con lo stesso modello di zaino, niente bratz o strazz la razz, solo zainetto in cartone pressato (credo) e stampino giallo col nome, con al massimo un diverso colore: nero, rosso o celeste.
beh, shinkansen a tutti ;)

giovedì 4 ottobre 2007

Breve ma intenso.

punto di vista A: Un sacco di nuove esperienze oggi: tanto per cominciare, prima volta sulla metro affollata, ma affollata affollata, tanto da stare zippati come sardine in scatola. Ecco spiegato come mai sono tutti cosi magri qui!
Poi pranzo a mensa con i colleghi giapponesi, menu giapponese e bacchette giapponesi. Decisamente niente male ne l'una ne l'altra: una specie di stufato con carne e verdure varie, riso in bianco, un pasticcio di patate con verdure a fili ed una zuppa di alghe e the verde finale, il tutto mangiato rigorosamente con le bacchette! E che sia chiaro, nessuna macchia sulla camicia! ;)
Altra cosa notevole, gli uffici con dentro dei poster molto "interessanti": mica i lavori che hanno fatto negli ultimi tempi, ma solo delle procaci fanciulle in costume da bagno :)
Interessante anche la possibilita di fare una partita a calcio nella pausa pranzo: 30-60 minuti
di intensa attivita e poi via tutti di nuovo a lavorare, dopo una doccia of course.

punto di vista B: Un sacco di esperienze insolite oggi: tanto per cominciare sveglia alle 6 e 30, rimbalzo stile flipper tra le varie metro con tuffo nei vagoni affollati spinti dai gentilissimi operatori in guanti bianchi, il tutto condito con un sacco di scale da fare a velocita supersonica... Ecco spiegato come mai sono tutti cosi magri qui!
Questo non significa che la gente qui non mangi, stanno sempre a rosicchiare come criceti, a volte mandorle affumicate, a volte profumatissimo pesce affumicato (manco fossero fonzies), tutto con la solita fretta incalzante, tanto che un intero pasto loro (primo, secondo e contorni vari) e stato consumato nello stesso tempo necessario per un panino.
Altra cosa che lascia sconvolti, il loro innato senso dell ordine, innato nel senso di mai nato :D, almeno per quello che ho visto qui nei primi giorni di lavoro.... forse perche sono tutti uomini?

A presto. (se avessimo una tastiera normale riusciremmo anche a mettere accenti e apostrofi :( )

mercoledì 3 ottobre 2007

Welcome to Tokyo!

E alla fine ci siamo arrivati!
Dopo 12 ore schiacciati in classe economica siamo giunti a Tokyo, sbronzi di jet lag e sonno.
Durante il volo ogni circa 2 ore le hostess passavano a darci qualcosa da stuzzicare, così ci è capitato di vedere dei passeggeri giapponesi dormire beatamente, svegliarsi a mezzanotte, ingozzarsi con la porzione di noodle e riaddomermentarsi come se niente fosse.
E lo stesso ci è capitato oggi nella metropolitana: gente che dorme in piedi sui convogli in movimento senza cadere addosso ai vicini!
Ma la cosa che più ci ha colpito è stata il vedere che, anche sul posto di lavoro, si entra in stanza levandosi le scarpe! E' così possibile ammirare vetusti professori in giacca, cravatta e calzino (se non pantofolina di ordinanza ;) Inoltre non ci sono differenze tra dottorandi e professori: solo il gran capo pu avere un ufficio tutto personale, gi altri tutti a dividersi gli stessi spazi (stile container, insomma).

Casa.
Piccola piccola piccola, o come direbbe un agente immobiliare, accogliente! La sera siamo cullati dal frinire dei grilli (cosa inverosimile in una città da non so quantamila milioni di abitanti), sembra proprio il quartiere di Doraemon o Kiss me Licia. Sul marciapiede sono infisse delle lucine accese a rappresentare le varie costellazioni, alternativa per i romantici inguaribili alle stelle del cielo che qui l'inquinamento luminoso ha ormai rimosso.

Alla prossima.

lunedì 1 ottobre 2007

Ignition sequence start.

La lotta con i bagagli e la bilancia è finita, 20 kg qui e 12 li, ce la dovremmo fare; male che vada ci mangeremo i 3 kg di parmigiano e frise durante l'imbarco :-) . Fortuna che i ricordi non hanno peso e ingombro, e non dobbiamo scegliere quali portare e quali lasciare. Grazie a tutti coloro che ci hanno aiutato a riempire questo tipo di valigia.

Cambiando discorso, ma perchè noi meridionali se non viaggiamo con la teglia di pasta al forno e la bottiglia di vino a portata di esofago non siamo quieti? Cosa ci spinge a rinunciare a dei capi di abbigliamento per la soddisfazione della panza? Nessun etologo/sociologo se lo è mai chiesto? E' come se le balene, nel corso della loro migrazione, si portassero appresso il plancton 'che sai, quello che trovi in California non lo trovi dalle altre parti'.