sabato 2 febbraio 2008

Tokyo blues.

Oggi, nonostante il cielo coperto, le previsioni di pioggia e la temperatura intorno ai 7°C, quindi non proprio primaverile, abbiamo deciso di porre fine alla nostra astinenza ciclistica, gonfiando le ruote delle nostre biciclette e facendo una breve escursione lungo il Tamagawa, il fiume che scorre a pochi passi da casa.
Pedalando lungo i suoi argini sembrava di stare in un libro di Banana Yoshimoto, con quell'atmosfera tipica dei suoi libri.


Lungo il fiume abbiamo visto tante facce di Tokyo: i campi da baseball affollati come al solito, le case degli homuresu, dei senzatetto, costruite alla meglio con dei teli di plastica azzurra, le piste delle scuole guida, tanta gente che faceva corsa, andava in bici, giocava con figli o conversava come se nella vita non avesse mai fatto e non avesse da fare altro.
Qua e la, sempre lungo gli argini, alcuni gruppi di ragazzi si esercitavano, chi a suonare uno strumento, chi a recitare.




E fra un campo e l'altro, come se neanche fossimo in una megalopoli da 20 milioni di abitanti, distese di giunchi e stormi di gabbiani ed aironi, con cui ci siamo anche fermati a dividere qualche biscotto al cioccolato.


Tra le cose che abbiamo visto e che più ci hanno stupiti, è stato un gioco che non vedevo più fare dalla mia infanzia: lo slittino sull'erba.
Tanti bambini, e anche qualche adulto con la scusa di supervisionare, usando delle scatole di cartone come fossero delle slitte, scendevano le pareti erbose degli argini come fossero delle piste innevate.
Dato che in una cittadina dopo tutto minuscola come quella in cui vivo in Italia ormai i bambini non giocano più per strada, mai mi sarei aspettato, in una città enorme e che vive di nuove tecnologie come Tokyo, di vedere praticare con tanta passione un simile gioco.


Tre ore di completo relax ciclistico, in perfetto stile cicloamico. Mancavano solo le teglie di pasta al forno e le sfizierie gastronomiche cui solito ci abbandoniamo, come il formaggio col miele di acacia o le mozzarelle appenta fatte, ma per quelle ci sarà tempo al rientro in Italia.

Alla prossima!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bè, in realtà non riesco a stupirmi, anche nei manga più moderni vedi scene come queste lungo i fiumi laggiù... Un solo appunto: atmosfera da Yoshimoto, non v'è dubbio, epperò usi un titolo da Murakami... ;-)
P.S. uff! 'sto blogger.com, ecchedè, manco la NASA! Per lasciare un commento "verifica parola", "accedi come..."... E mamma mia!

cicloamici in Giappone ha detto...

è il prezzo da pagare non venire sommersi da commenti pubblicitari su pilloline blu e simili.
:)