Finalmente un feed back che ci ha fatto sentire un po piú importanti del Quesito con la Susi...
Nel post del 9 febbraio, presentandovi il filmato della Milky way, vi avevamo detto che era per San Valentino, riportandovi quello che diceva il sito della Tokyo Midtown.
Per la veritá ci eravamo accorti, girando su altri siti, che quell'installazione era montata da molto prima... ma avevamo pensato "vabbe, chi vuoi che se ne accorga?".
E invece non solo qualcuno ci legge, ma addirittura pondera e soppesa quello che scriviamo, e ci ha fatto notare l'errore...
Chiediamo venia con questo nuovo filmato, girato nella sera del Tenkaippin, da cui andremo a mangiare i ramen all'uovo per espiare la colpa. (se capitate a Tokyo non mancate di andare a gustare una ciotola di ramen in questo locale a shibuya, ne sarete conquistati.)
Per il resto qui é cominciato il conto alla rovescia per il rientro in Italia: abbiamo dato il preavviso all'agenzia che ci affitta casa.
Alla prossima!
venerdì 29 febbraio 2008
lunedì 25 febbraio 2008
Qualcuno volò e ci prese per cuculo.
Oggi a tempo perso facevo un parallelo tra Italia e Giappone. Entrambe sono, in senso geografico, più lunghe che larghe, orientate grosso modo da nord a sud. Entrambe sono attraversate in questo verso da una catena montuosa (guarda caso si chiamano Alpi giapponesi).
Se è vero che partendo dalle stesse premesse si giunge alle stesse conclusioni, come mai della rete ferroviaria italiana si dice che è ostacolata dalla conformazione del territorio, mentre l'omologo giapponese consente agli shinkansen di sfrecciare da una parte all'altra del paese?
Altro parallelo interessante: in entrambi i paesi arriva l'inverno. E che succede d'inverno? Ce lo dicono sin dalle elementari: cade la neve!
In Giappone la neve causa al massimo un paio d'ore di disagio alle comunicazioni ferroviarie, giusto il tempo di sgombrare la linea.
In Italia invece, basta un po di neve per bloccare treni e autostrade e causare un'emergenza. Ma d'altra parte è noto come gli Appennini siano una ridente località balneare, da cui in un recente passato i pastori si allontanavano in inverno con la transumanza per sfuggire alle frotte di teutoniche in bikini e svernare tranquilli in riva al mare.
Altro effetto del freddo in Italia è che fa salire alle stelle i prezzi della frutta e verdura, perchè, guarda un po', durante l'inverno fa freddo e le piante soffrono. Però in Giappone, dove fa freddo uguale se non anche di più, le fragole, un tipico frutto invernale, hanno praticamente lo stesso prezzo da ottobre, nonostante sia caduta la neve.
Ed infine, mentre in Italia i prezzi dei carburanti sembra che siano dotati di uno scappamento (meccanismo consistente in una ruota dentata ed un arpione, che serve a far avanzare la ruota in una sola direzione) e riescono solo a salire, qui in Giappone, paese famoso per l'abbondanza di pozzi petroliferi autoctoni (tanto quanto lo è il polo nord per la vendita di frigoriferi), il prezzo della benzina fa stranamente su e giù da un giorno all'altro.
Ma da noi in Italia c'è Sanremo che risolve tutti i problemi, mentre qui ...
Alla prossima!
Se è vero che partendo dalle stesse premesse si giunge alle stesse conclusioni, come mai della rete ferroviaria italiana si dice che è ostacolata dalla conformazione del territorio, mentre l'omologo giapponese consente agli shinkansen di sfrecciare da una parte all'altra del paese?
Altro parallelo interessante: in entrambi i paesi arriva l'inverno. E che succede d'inverno? Ce lo dicono sin dalle elementari: cade la neve!
In Giappone la neve causa al massimo un paio d'ore di disagio alle comunicazioni ferroviarie, giusto il tempo di sgombrare la linea.
In Italia invece, basta un po di neve per bloccare treni e autostrade e causare un'emergenza. Ma d'altra parte è noto come gli Appennini siano una ridente località balneare, da cui in un recente passato i pastori si allontanavano in inverno con la transumanza per sfuggire alle frotte di teutoniche in bikini e svernare tranquilli in riva al mare.
Altro effetto del freddo in Italia è che fa salire alle stelle i prezzi della frutta e verdura, perchè, guarda un po', durante l'inverno fa freddo e le piante soffrono. Però in Giappone, dove fa freddo uguale se non anche di più, le fragole, un tipico frutto invernale, hanno praticamente lo stesso prezzo da ottobre, nonostante sia caduta la neve.
Ed infine, mentre in Italia i prezzi dei carburanti sembra che siano dotati di uno scappamento (meccanismo consistente in una ruota dentata ed un arpione, che serve a far avanzare la ruota in una sola direzione) e riescono solo a salire, qui in Giappone, paese famoso per l'abbondanza di pozzi petroliferi autoctoni (tanto quanto lo è il polo nord per la vendita di frigoriferi), il prezzo della benzina fa stranamente su e giù da un giorno all'altro.
Ma da noi in Italia c'è Sanremo che risolve tutti i problemi, mentre qui ...
Alla prossima!
sabato 23 febbraio 2008
Via col vento.
Oggi, nonostante le previsioni del tempo indicassero nel pomeriggio venti da nord a 70 km/h, abbiamo deciso di uscire in bicicletta lungo il Tamagawa. Attenendoci però al manuale dei Cicloamici, abbiamo deciso di fare l'andata di bolina, così da non dover lottare contro eolo al rientro, quindi ne abbiamo disceso il corso, al contrario dell'altra volta.
Il Tamagawa era bello ed affollato come al solito: chi a fare footing, chi a esercitare il suo swing, chi a pedalare, chi a giocare a baseball e chi a pescare. In più nell'aria c'era un profumo di primavera che era da tanto che non sentivo.
Ad un certo punto, lungo le rive, in un tratto in cui c'erano dei blocchi di cemento che emergevano dall'acqua, abbiamo visto spuntare delle cosine, che ad uno sguardo più attento si sono rivelate essere delle tartarughe che si stavano crogiolando al tepore del sole.
Mi è parso incredibile che un fiume che scorre in una megalopoli come Tokyo riesca a mantentere in vita una colonia di tartarughe, oltre che di aironi, anatre e pesci vari. Qualcuno di voi mi sa dire se a Trastevere si sono mai visti degli aironi e tartarughe negli ultimi 10 anni?
E così, beandoci della natura che ci circondava, abbiamo proseguito la nostra pedalata lungo il fiume, finchè ad un certo punto...
... una nube giallastra di fronte a noi non ci ha avvisati che le previsioni ci avevano preso! Il vento si è alzato all'improvviso, facendoci mangiare la polvere ed accompagnandoci, anzi, spingendoci, a casa. Ed una volta rientrati si è messo a fare sul serio: mentre quello che ha sorpreso noi sugli argini era un venticello a 20 km/h, nel pomeriggio ha sfiorato i 50, col risultato di trasformare tutti in parcheggi di biciclette in una selva di ruote alzate al cielo.
Alla prossima!
Il Tamagawa era bello ed affollato come al solito: chi a fare footing, chi a esercitare il suo swing, chi a pedalare, chi a giocare a baseball e chi a pescare. In più nell'aria c'era un profumo di primavera che era da tanto che non sentivo.
Ad un certo punto, lungo le rive, in un tratto in cui c'erano dei blocchi di cemento che emergevano dall'acqua, abbiamo visto spuntare delle cosine, che ad uno sguardo più attento si sono rivelate essere delle tartarughe che si stavano crogiolando al tepore del sole.
Mi è parso incredibile che un fiume che scorre in una megalopoli come Tokyo riesca a mantentere in vita una colonia di tartarughe, oltre che di aironi, anatre e pesci vari. Qualcuno di voi mi sa dire se a Trastevere si sono mai visti degli aironi e tartarughe negli ultimi 10 anni?
E così, beandoci della natura che ci circondava, abbiamo proseguito la nostra pedalata lungo il fiume, finchè ad un certo punto...
... una nube giallastra di fronte a noi non ci ha avvisati che le previsioni ci avevano preso! Il vento si è alzato all'improvviso, facendoci mangiare la polvere ed accompagnandoci, anzi, spingendoci, a casa. Ed una volta rientrati si è messo a fare sul serio: mentre quello che ha sorpreso noi sugli argini era un venticello a 20 km/h, nel pomeriggio ha sfiorato i 50, col risultato di trasformare tutti in parcheggi di biciclette in una selva di ruote alzate al cielo.
Alla prossima!
mercoledì 20 febbraio 2008
Svegliatevi bambine...
E alla fine sembra proprio che l'inverno stia finendo... finalmente le temperature si sono alzate! Oggi addirittura 11°C! Roba che oramai le giapponesine andranno in giro in bikini...
Ed insieme al tepore della primavera, arriva anche un dolce zefiro che spande per l'aere i dolci profumi dei ciliegi in fiore: per sabato è previsto vento a 60 km/h...
All'affacciarsi della primavera su Tokyo (affacciamento che è ripreso nella foto in basso) hanno cominciato a fiorire i primi boccioli.
In quest'altra foto invece potete vedere uno strano aggeggio, non so se chiamarlo fontana o monumento, che abbiamo trovato in un parco a Machida. I due bracci sono basculanti, ed oscillano a seconda della distribuzione su di essi dell'acqua che sgorga dalla parte centrale.
Giusto per la cronaca, subito dopo aver scattato la foto, la bimba ha deciso di tuffarsi a candela nella vasca. :)
Alla prossima.
Ed insieme al tepore della primavera, arriva anche un dolce zefiro che spande per l'aere i dolci profumi dei ciliegi in fiore: per sabato è previsto vento a 60 km/h...
All'affacciarsi della primavera su Tokyo (affacciamento che è ripreso nella foto in basso) hanno cominciato a fiorire i primi boccioli.
In quest'altra foto invece potete vedere uno strano aggeggio, non so se chiamarlo fontana o monumento, che abbiamo trovato in un parco a Machida. I due bracci sono basculanti, ed oscillano a seconda della distribuzione su di essi dell'acqua che sgorga dalla parte centrale.
Giusto per la cronaca, subito dopo aver scattato la foto, la bimba ha deciso di tuffarsi a candela nella vasca. :)
Alla prossima.
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venerdì 15 febbraio 2008
I 7 nani.
In questi giorni a Tokyo, per la precisone Odaiba, si è svolta la più grande esposizione mondiale sulle nanotecnologie.
A questa esposizione, oltre a tante industrie ed università giapponesi, hanno partecipato anche rappresentanze di altri paesi leader del settore, ossia Germania, Regno Unito, Belgio, Taiwan, Svizzera, Australia, Olanda e Italia.
Quando abbiamo visto che c'era anche una rappresentanza italiana ci siamo sorpresi: che ci starà a fare? Quali sono le grandi industrie del settore che ci sono da noi? Ci siamo messi a gironzolare tra i vari stand nella grande area espositiva, passando dagli inchiostri conduttori ai microscopi elettronici e dai sonicatori ai tessuti. Ma dell'Italia nessuna traccia.
Ci siamo messi a girare meglio, casomai qualcosa ci fosse sfuggito, e alla fine abbiamo trovato l'area italiana: da un lato un'area allestita stile salotto, con divani e separè, luci e piante. Ma di prototipi o simili neanche l'ombra. Dall'altro c'era un mobile con la macchinetta per fare l'espresso, proprio come al bar. E basta.
Di italiani intenti ad esibire qualcosa però nessuna traccia, fosse anche solo per stare alla macchinetta del caffè. E così, mentre gli altri stand erano variamente frequentati, quello italiano era desolato e deserto. Forse avranno confuso le nanotecnologie con i nani della tecnologia?
Cambiamo discorso che è meglio. Ad Odaiba ci eravamo già stati la vigilia di Natale, e la seconda visita non ha fatto che confermare le impressioni della prima: la città del futuro gettata nel presente.
Sembra uscita direttamente da un cartone animato stile Mazinga Z o UFO Robot, tanto che ci si aspetta di vedere la Match Patrol da qualche parte...
Per chi fosse interessato, domenica prossima la maratona di Tokyo avrà qui il suo arrivo. Nel caso le nostre beneamate televisioni nazionali decidessero di trasmettere, tra una chiappa e l'altra, questo evento sportivo, approfittatene per darci un'occhiata.
Alla prossima.
A questa esposizione, oltre a tante industrie ed università giapponesi, hanno partecipato anche rappresentanze di altri paesi leader del settore, ossia Germania, Regno Unito, Belgio, Taiwan, Svizzera, Australia, Olanda e Italia.
Quando abbiamo visto che c'era anche una rappresentanza italiana ci siamo sorpresi: che ci starà a fare? Quali sono le grandi industrie del settore che ci sono da noi? Ci siamo messi a gironzolare tra i vari stand nella grande area espositiva, passando dagli inchiostri conduttori ai microscopi elettronici e dai sonicatori ai tessuti. Ma dell'Italia nessuna traccia.
Ci siamo messi a girare meglio, casomai qualcosa ci fosse sfuggito, e alla fine abbiamo trovato l'area italiana: da un lato un'area allestita stile salotto, con divani e separè, luci e piante. Ma di prototipi o simili neanche l'ombra. Dall'altro c'era un mobile con la macchinetta per fare l'espresso, proprio come al bar. E basta.
Di italiani intenti ad esibire qualcosa però nessuna traccia, fosse anche solo per stare alla macchinetta del caffè. E così, mentre gli altri stand erano variamente frequentati, quello italiano era desolato e deserto. Forse avranno confuso le nanotecnologie con i nani della tecnologia?
Cambiamo discorso che è meglio. Ad Odaiba ci eravamo già stati la vigilia di Natale, e la seconda visita non ha fatto che confermare le impressioni della prima: la città del futuro gettata nel presente.
Sembra uscita direttamente da un cartone animato stile Mazinga Z o UFO Robot, tanto che ci si aspetta di vedere la Match Patrol da qualche parte...
Per chi fosse interessato, domenica prossima la maratona di Tokyo avrà qui il suo arrivo. Nel caso le nostre beneamate televisioni nazionali decidessero di trasmettere, tra una chiappa e l'altra, questo evento sportivo, approfittatene per darci un'occhiata.
Alla prossima.
giovedì 14 febbraio 2008
san Valentino
Oggi in tutto il mondo é san Valentino, giorno dedicato (d)agli innamorati ai ristoratori, ai venditori di cioccolato e biancheria intima supersexy (che a causa della cioccolata ingerita non potrá essere indossata fino al 13 febbraio dell'anno successivo).
Non staró ad annoiarvi con i dettagli di tutto quello che in Italia é costume fare per questa data, ma vi racconteró cosa si usa fare qui in Giappone.
Tanto per cominciare non c'é simmetria: gli uomini sono tranquillamente esentati dal fare regali di sorta, é compito e cura esclusivamente delle donne fare un pensiero. E non solo al proprio partner, ma anche a tutti gli uomini con cui hanno una qualche relazione/rapporto, compresi i colleghi di lavoro.
Questa é una cosa che é fondamentale sapere, sia che siate fidanzati sia che non lo siate. Perché?
Se siete fidanzati, eviterete che la vostra metá inauguri su di voi la katana appena comprata ad Asakusa, mettendo in pratica gli insegnamenti della scuola di sushi, quando vi vedrá ricevere un regalo da ogni giapponesina che ha la ventura di essere vostra collega. In questo modo eviterete di essere ricuciti stile patchwork. (per fortuna che nel mio ufficio ci sono solo uomini!)
Se invece non siete fidanzati e volete approfittare dell'occasione, cosa c'é di meglio che apparire come l'unico maschio sensibile in tutta l'area metropolitana di Tokyo, regalando qualche cioccolatino alla vostra futura bella e conquistandone il cuore e lo stomaco? Ah, nel caso volesse provare, sappiate che 4 cioccolatini delle dimensioni di una moneta da 2 centesimi costano intorno ai 6 euro in una patisserie, e le giapponesi non sono a dieta perenne come le italiane....
Perció tenete bene a mente questa usanza, se doveste capitare da queste parti il 14 febbraio.
Alla prossima!
Non staró ad annoiarvi con i dettagli di tutto quello che in Italia é costume fare per questa data, ma vi racconteró cosa si usa fare qui in Giappone.
Tanto per cominciare non c'é simmetria: gli uomini sono tranquillamente esentati dal fare regali di sorta, é compito e cura esclusivamente delle donne fare un pensiero. E non solo al proprio partner, ma anche a tutti gli uomini con cui hanno una qualche relazione/rapporto, compresi i colleghi di lavoro.
Questa é una cosa che é fondamentale sapere, sia che siate fidanzati sia che non lo siate. Perché?
Se siete fidanzati, eviterete che la vostra metá inauguri su di voi la katana appena comprata ad Asakusa, mettendo in pratica gli insegnamenti della scuola di sushi, quando vi vedrá ricevere un regalo da ogni giapponesina che ha la ventura di essere vostra collega. In questo modo eviterete di essere ricuciti stile patchwork. (per fortuna che nel mio ufficio ci sono solo uomini!)
Se invece non siete fidanzati e volete approfittare dell'occasione, cosa c'é di meglio che apparire come l'unico maschio sensibile in tutta l'area metropolitana di Tokyo, regalando qualche cioccolatino alla vostra futura bella e conquistandone il cuore e lo stomaco? Ah, nel caso volesse provare, sappiate che 4 cioccolatini delle dimensioni di una moneta da 2 centesimi costano intorno ai 6 euro in una patisserie, e le giapponesi non sono a dieta perenne come le italiane....
Perció tenete bene a mente questa usanza, se doveste capitare da queste parti il 14 febbraio.
Alla prossima!
lunedì 11 febbraio 2008
Kawagoe
Ieri abbiamo dedicato la domenica al passeggio, e dopo aver consumato il pranzo fuori abbiamo bighellonato tra Shibuya e Harajuku.
La cosa che mi aveva un po' sorpreso era il vedere sventolare tante bandiere giapponesi praticamente da ogni palo che incontravamo lungo la strada. Pensando che fosse dovuto al G8 in corso attualmente a Tokyo non ci ho fatto caso più di tanto.
Stamattina, come ogni giorno feriale, solita sveglia alle 06:15, colazione e corsa in bici al lavoro. Stranamente però lungo la strada non c'era il solito traffico di lavoratori, anzi, le strade erano quasi sgombre se si esclude la presenza di qualche corridore e di alcuni bambini che giocavano a baseball.
Arrivati al lavoro abbiamo trovato l'ufficio completamente al buio e vuoto, ed entrando abbiamo svegliato un nostro collega giapponese che aveva trascorso la notte in ufficio. Da lui abbiamo avuto la conferma che oggi è festa nazionale, si festeggia la nascita del Giappone.
E secondo voi se al lavoro non ci stanno i giapponesi ci possono stare due italiani? Ma che siamo pazzi?
Una veloce consultazione (vedi foto sotto, relativa alla consultazione col collega giapponese) ci ha spinti verso Kawagoe, anche nota come "piccola Edo" a causa dell'aspetto delle strade che richiama l'antica architettura di Edo, ossia Tokyo.
Arrivati a Kawagoe abbiamo avuto conferma che la sua fama è meritata: tante case e botteghe in stile vecchio Giappone, un sacco di templi e cimiteri, i primi alberi ricoperti di fiori.
Inoltre le strade piene di gente decisamente più rilassata rispetto a quella che popola le vie di Tokyo.
E tra tante bellezze abbiamo trovato un tempio, il cui sentiero di ingresso era fiancheggiato dalle due piste che vedete in foto, su cui i visitatori erano invitati a passeggiare, ovviamente a piedi nudi.
Inutile dire che la ciboamica si è subito cimentata nella prova, levandosi le scarpe e percorrendo agile e veloce l'intero sentiero facendosi beffe di tutti gli indigeni che zompettavano guaendo già al secondo passo. Quando poi il monaco alla fine del percorso le ha fatto i complimenti dandole l'onorifico appellativo di carcagni te fierru, che significa "donna la cui casa abbonda di frutta secca appena sgusciata a piedi nudi", lei ha evitato accuratamente di menzionare il doppio calzino imbottito che fasciava ogni suo piede...
E così è passata questa bella giornata all'insegna dell'improvvisazione, nonostante le previsioni del tempo avessero pronosticato pioggia.
Alla prossima.
La cosa che mi aveva un po' sorpreso era il vedere sventolare tante bandiere giapponesi praticamente da ogni palo che incontravamo lungo la strada. Pensando che fosse dovuto al G8 in corso attualmente a Tokyo non ci ho fatto caso più di tanto.
Stamattina, come ogni giorno feriale, solita sveglia alle 06:15, colazione e corsa in bici al lavoro. Stranamente però lungo la strada non c'era il solito traffico di lavoratori, anzi, le strade erano quasi sgombre se si esclude la presenza di qualche corridore e di alcuni bambini che giocavano a baseball.
Arrivati al lavoro abbiamo trovato l'ufficio completamente al buio e vuoto, ed entrando abbiamo svegliato un nostro collega giapponese che aveva trascorso la notte in ufficio. Da lui abbiamo avuto la conferma che oggi è festa nazionale, si festeggia la nascita del Giappone.
E secondo voi se al lavoro non ci stanno i giapponesi ci possono stare due italiani? Ma che siamo pazzi?
Una veloce consultazione (vedi foto sotto, relativa alla consultazione col collega giapponese) ci ha spinti verso Kawagoe, anche nota come "piccola Edo" a causa dell'aspetto delle strade che richiama l'antica architettura di Edo, ossia Tokyo.
Arrivati a Kawagoe abbiamo avuto conferma che la sua fama è meritata: tante case e botteghe in stile vecchio Giappone, un sacco di templi e cimiteri, i primi alberi ricoperti di fiori.
Inoltre le strade piene di gente decisamente più rilassata rispetto a quella che popola le vie di Tokyo.
E tra tante bellezze abbiamo trovato un tempio, il cui sentiero di ingresso era fiancheggiato dalle due piste che vedete in foto, su cui i visitatori erano invitati a passeggiare, ovviamente a piedi nudi.
Inutile dire che la ciboamica si è subito cimentata nella prova, levandosi le scarpe e percorrendo agile e veloce l'intero sentiero facendosi beffe di tutti gli indigeni che zompettavano guaendo già al secondo passo. Quando poi il monaco alla fine del percorso le ha fatto i complimenti dandole l'onorifico appellativo di carcagni te fierru, che significa "donna la cui casa abbonda di frutta secca appena sgusciata a piedi nudi", lei ha evitato accuratamente di menzionare il doppio calzino imbottito che fasciava ogni suo piede...
E così è passata questa bella giornata all'insegna dell'improvvisazione, nonostante le previsioni del tempo avessero pronosticato pioggia.
Alla prossima.
sabato 9 febbraio 2008
Una giornata senza pretese.
Come cominciamo la narrazione di questo tranquillo week end? Vediamo un po'...
Ma si, partiamo con le considerazioni metereologiche. Come potete vedere dalla cartina qui sotto, cortesemente offerta da wetteronline, il Giappone si trova stretto tra due estremi: a nord la Jakutzia (terra nota solo ai giocatori di Risiko) con -40°C, a sud le Filippine con +31°C.
Quindi che temperature ci saranno a Tokyo?
Beh, ovviamente a metà tra i due estremi: oggi la minima è 1°C, la massima 3°C.
E poi, dato che nel pomeriggio ha anche cominciato a piovigginare, ha ripreso a cadere la neve. Quello che vedete in foto è la copertura data da 5 minuti di nevicata. Niente male, non c'è che dire!
Ma per fortuna stamattina siamo stati svegliati da una lieve scossa di terremoto (III grado della scala Mercalli, 4.8 Richter, fonte USGS), con epicentro 160 km a nord di Tokyo.
In attesa che arrivino le cavallette o i politici italiani, così come scritto nel rarissimo testo dell'Apocalisse secondo Uccio Smargiappo, vi racconto che cosa abbiamo fatto nel pomeriggio.
Meta della nostra escursione pomeridiana è stata Tokyo Midtown a Roppongi, un quartiere scikkiblablà di Tokyo. Inaugurata l'anno scorso, questa struttura ospita, nel più alto grattacielo di Tokyo (238 m), qualcosa come 40 ristoranti, 30 negozi di arredamento, alimentari, musei e simili.
Tra questi ristoranti merita una menzione speciale la trattoria Napule, premiata al campionato mondiale della pizza, con vero forno a legna importato dall'Italia, che offre una margherita al modico modicissimo prezzo di yen 8000, pari ad euro 50.
Cifra più che sufficiente a farci passare sopra ogni considerazione riguardo l'amor patrio, la nostalgia e qualsiasi voglia di tricolore gastronomico.
Per fortuna altri spettacoli non prevedevano l'esborso di somme in denaro, e tra questi quello che vedete nel filmato qui in basso.
Installato apposta per san Valentino, questo gioco di luci e suoni è veramente d'effetto. La pensavano così anche due sposini novelli, che usciti dalla cerimonia in limousine sono venuti a farsi fotografare proprio li davanti.
Naturalmente, con la temperatura intorno a 1°C, la sposa esponeva all'aere tutta la schiena e buona parte del torace, dato che il suo vestito cominciava circa tre dita sotto le ascelle. Ma ce li avranno i recettori del freddo? O sono i famosi bollenti spiriti?
Intanto che ci pensate vi saluto.
Alla prossima!
Ma si, partiamo con le considerazioni metereologiche. Come potete vedere dalla cartina qui sotto, cortesemente offerta da wetteronline, il Giappone si trova stretto tra due estremi: a nord la Jakutzia (terra nota solo ai giocatori di Risiko) con -40°C, a sud le Filippine con +31°C.
Quindi che temperature ci saranno a Tokyo?
Beh, ovviamente a metà tra i due estremi: oggi la minima è 1°C, la massima 3°C.
E poi, dato che nel pomeriggio ha anche cominciato a piovigginare, ha ripreso a cadere la neve. Quello che vedete in foto è la copertura data da 5 minuti di nevicata. Niente male, non c'è che dire!
Ma per fortuna stamattina siamo stati svegliati da una lieve scossa di terremoto (III grado della scala Mercalli, 4.8 Richter, fonte USGS), con epicentro 160 km a nord di Tokyo.
In attesa che arrivino le cavallette o i politici italiani, così come scritto nel rarissimo testo dell'Apocalisse secondo Uccio Smargiappo, vi racconto che cosa abbiamo fatto nel pomeriggio.
Meta della nostra escursione pomeridiana è stata Tokyo Midtown a Roppongi, un quartiere scikkiblablà di Tokyo. Inaugurata l'anno scorso, questa struttura ospita, nel più alto grattacielo di Tokyo (238 m), qualcosa come 40 ristoranti, 30 negozi di arredamento, alimentari, musei e simili.
Tra questi ristoranti merita una menzione speciale la trattoria Napule, premiata al campionato mondiale della pizza, con vero forno a legna importato dall'Italia, che offre una margherita al modico modicissimo prezzo di yen 8000, pari ad euro 50.
Cifra più che sufficiente a farci passare sopra ogni considerazione riguardo l'amor patrio, la nostalgia e qualsiasi voglia di tricolore gastronomico.
Per fortuna altri spettacoli non prevedevano l'esborso di somme in denaro, e tra questi quello che vedete nel filmato qui in basso.
Installato apposta per san Valentino, questo gioco di luci e suoni è veramente d'effetto. La pensavano così anche due sposini novelli, che usciti dalla cerimonia in limousine sono venuti a farsi fotografare proprio li davanti.
Naturalmente, con la temperatura intorno a 1°C, la sposa esponeva all'aere tutta la schiena e buona parte del torace, dato che il suo vestito cominciava circa tre dita sotto le ascelle. Ma ce li avranno i recettori del freddo? O sono i famosi bollenti spiriti?
Intanto che ci pensate vi saluto.
Alla prossima!
giovedì 7 febbraio 2008
A proposito di taciyomi...
Ieri, come forse ricorderanno i piú attenti tra i visitatori, vi ho spiegato cosa sia il taciyomi.
Beh, poco fa ero intento a fare un po di sano taciyomi nel negozietto qui in basso, sfogliando alcuni manga.
Non che io capisca il giapponese, ma se la storia é semplice semplice riesco a capire la trama solo guardando le figure, e quindi alla fine qualcosa ci azzecco.
Insomma, stavo sfogliando questi manga... Ora, voi non avete idea di cosa riescano a metterci in un manga... va bene il gattino che vuole diventare grande e gioca a fare il leone, va bene la storia dell'impiegato, va bene la patita di cucina che fa a gara con la bionda a riconoscere le birre (a proposito, ma perché ogni volta che c'é una competizione tra donne una delle due ha inevitabilmente una scollatura che arriva fino alle caviglie?), va bene il fumetto stile Holly e Benji peró fatto col golf.... ma vedere che anche col bowling riescono a fare una cosa tipo il tiro della tigre... quando é troppo é troppo!
Comunque, sfogliando tra questi vari fumetti, mi sono imbattuto in una storia ambientata in Italia: una coppia di giapponesi in vacanza in sicilia, che si sbafano tutte le specialitá sicule, dagli arancini di riso ai cannoli, dalla cassata al polpo, dai fichi d'india alle sarde in tortiera, tutto all'ombra dei vari monumenti visitabili in trinacria.
Peccato che il tutto fosse servito in una friggitoria dal tipico nome siciliano di "friggitoria gndfragd"...
Ah, il taciyomi! :D
Alla prossima!
P.S. ah, alla fine non l'ho comprato il fumetto....
Beh, poco fa ero intento a fare un po di sano taciyomi nel negozietto qui in basso, sfogliando alcuni manga.
Non che io capisca il giapponese, ma se la storia é semplice semplice riesco a capire la trama solo guardando le figure, e quindi alla fine qualcosa ci azzecco.
Insomma, stavo sfogliando questi manga... Ora, voi non avete idea di cosa riescano a metterci in un manga... va bene il gattino che vuole diventare grande e gioca a fare il leone, va bene la storia dell'impiegato, va bene la patita di cucina che fa a gara con la bionda a riconoscere le birre (a proposito, ma perché ogni volta che c'é una competizione tra donne una delle due ha inevitabilmente una scollatura che arriva fino alle caviglie?), va bene il fumetto stile Holly e Benji peró fatto col golf.... ma vedere che anche col bowling riescono a fare una cosa tipo il tiro della tigre... quando é troppo é troppo!
Comunque, sfogliando tra questi vari fumetti, mi sono imbattuto in una storia ambientata in Italia: una coppia di giapponesi in vacanza in sicilia, che si sbafano tutte le specialitá sicule, dagli arancini di riso ai cannoli, dalla cassata al polpo, dai fichi d'india alle sarde in tortiera, tutto all'ombra dei vari monumenti visitabili in trinacria.
Peccato che il tutto fosse servito in una friggitoria dal tipico nome siciliano di "friggitoria gndfragd"...
Ah, il taciyomi! :D
Alla prossima!
P.S. ah, alla fine non l'ho comprato il fumetto....
mercoledì 6 febbraio 2008
Taciyomi.
Sapete cos'é il taciyomi?
Beh, é una cosa che ho visto fare parecchie volte qui in Giappone, ma per sapere che avesse un nome ben definito ho dovuto leggere i vari post del blog di un giapponese in Italia.
In pratica con "taciyomi" si intende lo stare in piedi in una libreria o in un'edicola e sfogliare le varie riviste senza peró comprarle.
Qui in Giappone é una cosa molto diffusa: uno entra in una libreria o in un convenience store (piccoli negozietti che si trovano praticamente ovunque e che vendono un po di tutto) e trova tanta gente che sfoglia le riviste e i libri, poi dopo un poco cambia rivista o se ne va.
Solo molto raramente si trovano cartelli che invitano a non "taciyomare"...
In Italia una cosa del genere é impensabile, a meno che non siate parenti stretti del proprietario. Se vi mettete a sfogliare una rivista e poi non la comprate, bene che vada vi beccate un rimprovero, male che vada vi regaleranno l'annuario dei santi e defunti edizione 2008.
Eppure un comportamento del genere é comprensibile: uno prima da un'occhiata alla rivista, se la trova interessante la acquista (ricordate il concetto del "il cliente deve essere contento di pagare"?) altrimenti la lascia li. O forse é proprio per questo che non lo fanno fare in Italia?
Alla prossima.
Beh, é una cosa che ho visto fare parecchie volte qui in Giappone, ma per sapere che avesse un nome ben definito ho dovuto leggere i vari post del blog di un giapponese in Italia.
In pratica con "taciyomi" si intende lo stare in piedi in una libreria o in un'edicola e sfogliare le varie riviste senza peró comprarle.
Qui in Giappone é una cosa molto diffusa: uno entra in una libreria o in un convenience store (piccoli negozietti che si trovano praticamente ovunque e che vendono un po di tutto) e trova tanta gente che sfoglia le riviste e i libri, poi dopo un poco cambia rivista o se ne va.
Solo molto raramente si trovano cartelli che invitano a non "taciyomare"...
In Italia una cosa del genere é impensabile, a meno che non siate parenti stretti del proprietario. Se vi mettete a sfogliare una rivista e poi non la comprate, bene che vada vi beccate un rimprovero, male che vada vi regaleranno l'annuario dei santi e defunti edizione 2008.
Eppure un comportamento del genere é comprensibile: uno prima da un'occhiata alla rivista, se la trova interessante la acquista (ricordate il concetto del "il cliente deve essere contento di pagare"?) altrimenti la lascia li. O forse é proprio per questo che non lo fanno fare in Italia?
Alla prossima.
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Italia vs Japan,
Vita quotidiana
domenica 3 febbraio 2008
White dressed Tokyo.
Come forse i più attenti di voi avranno arguito leggendo il post precedente, oggi Tokyo è di nuovo vestita di bianco, da cui il titolo del post.
Stamattina ci siamo alzati con calma, come si conviene ad una domenica. Appena aperte le tende abbiamo visto, con nostra gradita sorpresa (la ciboamica si dissocia dalla gradita sorpresa causa palla di neve nella busta del pane), che dei bianchi fiocchi di neve fluttuavano nell'aria.
Ora, fintanto che la neve si trovi a cadere in un giorno di lavoro, uno si alza, si copre e a malincuore va a lavorare, accontentandosi di vedere la neve lungo la strada. Ma se la neve cade di domenica, la domanda che uno si pone subito è: "Sono a Tokyo, sta nevicando. Dato che chissà quando capita di nuovo, sia di stare a Tokyo sia che nevichi, dove vado a vedere il panorama?"
La scelta è caduta su Yoyogi Koen, che abbiamo già visitato in autunno e a fine estate. Rispetto alle altre volte non c'erano gli Elvis, i complessi musicali e qualche migliaio di visitatori. In compenso i corvi erano li insieme a tutta la neve caduta, oltre a tutti i pupazzi di neve.
Il silenzio era surreale, interrotto solo dal gracchiare dei corvi sugli alberi e dal rumore della neve schiacciata sotto i passi.
La cosa che abbiamo appurato è che nelle giapponesi il senso della moda è più sviluppato del senso del meteo e della temperatura. Come vi spieghereste altrimenti il fatto che, con una temperatura di appena 8 decimi di grado al di sopra dello zero, vi fossero delle intrepide in minigonna e senza ombra di un collant?
La cosa che però ci ha sorpreso più di ogni altra è che ci avevano detto che l'inverno a Tokyo era mite, non eccessivamente freddo, insomma, come dalle nostre parti. Vorrà dire qualcosa il fatto che invece abbiamo già beccato la neve due volte? Sarà il caso di giocare alla lotteria?
Ad essere onesti le temperature medie di Tokyo in gennaio, secondo la guida Lonely Planet, sono più basse che a Reykjavik, quindi mi sa tanto che ci risparmiamo i soldi del biglietto.
Statistiche a parte, comunque, è stata una bella giornata, allietata a pranzo da un piatto tipicamente giapponese: gnocchi al ragù, preparati dalle mani della ciboamica.
Alla prossima!
Stamattina ci siamo alzati con calma, come si conviene ad una domenica. Appena aperte le tende abbiamo visto, con nostra gradita sorpresa (la ciboamica si dissocia dalla gradita sorpresa causa palla di neve nella busta del pane), che dei bianchi fiocchi di neve fluttuavano nell'aria.
Ora, fintanto che la neve si trovi a cadere in un giorno di lavoro, uno si alza, si copre e a malincuore va a lavorare, accontentandosi di vedere la neve lungo la strada. Ma se la neve cade di domenica, la domanda che uno si pone subito è: "Sono a Tokyo, sta nevicando. Dato che chissà quando capita di nuovo, sia di stare a Tokyo sia che nevichi, dove vado a vedere il panorama?"
La scelta è caduta su Yoyogi Koen, che abbiamo già visitato in autunno e a fine estate. Rispetto alle altre volte non c'erano gli Elvis, i complessi musicali e qualche migliaio di visitatori. In compenso i corvi erano li insieme a tutta la neve caduta, oltre a tutti i pupazzi di neve.
Il silenzio era surreale, interrotto solo dal gracchiare dei corvi sugli alberi e dal rumore della neve schiacciata sotto i passi.
La cosa che abbiamo appurato è che nelle giapponesi il senso della moda è più sviluppato del senso del meteo e della temperatura. Come vi spieghereste altrimenti il fatto che, con una temperatura di appena 8 decimi di grado al di sopra dello zero, vi fossero delle intrepide in minigonna e senza ombra di un collant?
La cosa che però ci ha sorpreso più di ogni altra è che ci avevano detto che l'inverno a Tokyo era mite, non eccessivamente freddo, insomma, come dalle nostre parti. Vorrà dire qualcosa il fatto che invece abbiamo già beccato la neve due volte? Sarà il caso di giocare alla lotteria?
Ad essere onesti le temperature medie di Tokyo in gennaio, secondo la guida Lonely Planet, sono più basse che a Reykjavik, quindi mi sa tanto che ci risparmiamo i soldi del biglietto.
Statistiche a parte, comunque, è stata una bella giornata, allietata a pranzo da un piatto tipicamente giapponese: gnocchi al ragù, preparati dalle mani della ciboamica.
Alla prossima!
No comment.
sabato 2 febbraio 2008
Tokyo blues.
Oggi, nonostante il cielo coperto, le previsioni di pioggia e la temperatura intorno ai 7°C, quindi non proprio primaverile, abbiamo deciso di porre fine alla nostra astinenza ciclistica, gonfiando le ruote delle nostre biciclette e facendo una breve escursione lungo il Tamagawa, il fiume che scorre a pochi passi da casa.
Pedalando lungo i suoi argini sembrava di stare in un libro di Banana Yoshimoto, con quell'atmosfera tipica dei suoi libri.
Lungo il fiume abbiamo visto tante facce di Tokyo: i campi da baseball affollati come al solito, le case degli homuresu, dei senzatetto, costruite alla meglio con dei teli di plastica azzurra, le piste delle scuole guida, tanta gente che faceva corsa, andava in bici, giocava con figli o conversava come se nella vita non avesse mai fatto e non avesse da fare altro.
Qua e la, sempre lungo gli argini, alcuni gruppi di ragazzi si esercitavano, chi a suonare uno strumento, chi a recitare.
E fra un campo e l'altro, come se neanche fossimo in una megalopoli da 20 milioni di abitanti, distese di giunchi e stormi di gabbiani ed aironi, con cui ci siamo anche fermati a dividere qualche biscotto al cioccolato.
Tra le cose che abbiamo visto e che più ci hanno stupiti, è stato un gioco che non vedevo più fare dalla mia infanzia: lo slittino sull'erba.
Tanti bambini, e anche qualche adulto con la scusa di supervisionare, usando delle scatole di cartone come fossero delle slitte, scendevano le pareti erbose degli argini come fossero delle piste innevate.
Dato che in una cittadina dopo tutto minuscola come quella in cui vivo in Italia ormai i bambini non giocano più per strada, mai mi sarei aspettato, in una città enorme e che vive di nuove tecnologie come Tokyo, di vedere praticare con tanta passione un simile gioco.
Tre ore di completo relax ciclistico, in perfetto stile cicloamico. Mancavano solo le teglie di pasta al forno e le sfizierie gastronomiche cui solito ci abbandoniamo, come il formaggio col miele di acacia o le mozzarelle appenta fatte, ma per quelle ci sarà tempo al rientro in Italia.
Alla prossima!
Pedalando lungo i suoi argini sembrava di stare in un libro di Banana Yoshimoto, con quell'atmosfera tipica dei suoi libri.
Lungo il fiume abbiamo visto tante facce di Tokyo: i campi da baseball affollati come al solito, le case degli homuresu, dei senzatetto, costruite alla meglio con dei teli di plastica azzurra, le piste delle scuole guida, tanta gente che faceva corsa, andava in bici, giocava con figli o conversava come se nella vita non avesse mai fatto e non avesse da fare altro.
Qua e la, sempre lungo gli argini, alcuni gruppi di ragazzi si esercitavano, chi a suonare uno strumento, chi a recitare.
E fra un campo e l'altro, come se neanche fossimo in una megalopoli da 20 milioni di abitanti, distese di giunchi e stormi di gabbiani ed aironi, con cui ci siamo anche fermati a dividere qualche biscotto al cioccolato.
Tra le cose che abbiamo visto e che più ci hanno stupiti, è stato un gioco che non vedevo più fare dalla mia infanzia: lo slittino sull'erba.
Tanti bambini, e anche qualche adulto con la scusa di supervisionare, usando delle scatole di cartone come fossero delle slitte, scendevano le pareti erbose degli argini come fossero delle piste innevate.
Dato che in una cittadina dopo tutto minuscola come quella in cui vivo in Italia ormai i bambini non giocano più per strada, mai mi sarei aspettato, in una città enorme e che vive di nuove tecnologie come Tokyo, di vedere praticare con tanta passione un simile gioco.
Tre ore di completo relax ciclistico, in perfetto stile cicloamico. Mancavano solo le teglie di pasta al forno e le sfizierie gastronomiche cui solito ci abbandoniamo, come il formaggio col miele di acacia o le mozzarelle appenta fatte, ma per quelle ci sarà tempo al rientro in Italia.
Alla prossima!
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