Ed è già giunto il tempo di rientrare in Giappone...
Ma invece di un bel post impostato sul comico andante, come gli ultimi pre-vacanza, oggi ci tocca darvi il bentornati con una storia vera...
Ma andiamo con ordine: nei due precedenti voli dall'Italia al Giappone e viceversa, ci siamo serviti di Alitalia come vettore europeo e di KLM come vettore intercontinentale. Soddisfazione con entrambi, soprattutto sulla tratta fino a Tokyo, durante la quale è più facile sentire la pesantezza del viaggio: sedile reclinabili e comodi, schermo interattivo in ogni sedile su cui scegliere tra tanti film, musica e giochi il modo migliore di ammazzare il tempo, assistenti di volo premurosi e sempre presenti, pronti ad accorrere al minimo trillo di campanello (come hanno dimostrato i 50 tentativi "a che serve questo tasto?" fatti dalla ciboamica...), bevande e cibi vari somministrati a piè sospinto, al ritmo di uno ogni ora.
In questo secondo viaggio, per risparmiarci un po' di ore di volo, ci siamo affidati ad Alitalia per tutto il viaggio, prendendo anche il volo Roma-Tokyo. E come è andato, vi chiedete voi? Davvero la compagnia è allo sfascio? Leggete e vedrete...
Saliamo a bordo e cominciamo col notare che non tutti i posti sono occupati, varie lacune sono sparse per tutta la cabina. Prendiamo posto e cominciamo con le sorprese: il sedile reclinabile, anzichè avere una gamma di inclinazioni selezionabili, come si può fare sin dal primo modello della 500, ha solo 2 posizioni, quella a schiena ritta e quella a panza all'aria, per ovvie carenze delle molle di richiamo.
Ma per fortuna ogni sedile ha il suo bello schermo interattivo... Peccato che funzionino a pelle di leopardo... alcune file si, altre no, e quando lo si fa notare all'assistente di volo, costui dice "ora provo a resettare, aspettate 10 minuti, poi se proprio nun va metteteve qui de fianco che tanto nun ce sta nessuno". (dicesi arte di arrangiarsi)
Dopo essermi spostato, perchè ovviamente il reset neanche c'è stato, provo ad inserire le cuffie per avere almeno l'audio, ma qui l'altra sorpresa: gli spinotti sono leggermente allentati, quindi per avere una parvenza di audio stereo occorre lavorare di fino con le dita, trovare la giusta pressione ed inclinazione e non muoversi troppo sul sedile. E lo schermo? Beh, come ogni buono schermo a cristalli liquidi, appena ti metti poco poco angolato i colori vanno a farsi benedire, e difatti non è possibile regolare l'inclinazione in maniera da avere la vista ottimale; occorre ingrugnirsi nel sedile...
Vabbè, consoliamoci col pranzo... arrivano i due bravi assistenti di volo col loro carrellino, e uno comincia col chiedere "carne o pesce?", al che il collega gli dice "anvedi che nunn'è carne o pesce, ce sta italiano de sopra e giaponese de sotto!" (che magari se lo potevano pure dire nell'area riservata, no?).
Terminato il pranzo e passata una buona ora, comincia a venir sete. Siccome degli assistenti non si vede più neanche l'ombra, ci attacchiamo a suonare col trillino di richiamo... e daje una volta, e daj due, e daje tre, dopo un'ora di attesa vana e assetata passa per caso un assistente, al quale chiediamo un bicchiere d'acqua. Quello sparisce e torna dopo una buona mezz'ora con una tazza di caffè "m'aveva chiesto un caffè?" (bevitelo tu il caffè che magari ti svegli).
Alla fine si mette a fare il giro stile "cocco, cocco bello!" con una bottiglia in una mano e una pila di bicchieri di plastica nell'altra. Che fine avrà fatto il carrello bevande? BAH!
Passate un altro paio di ore in totale latitanza degli assistenti nonostante i ripetuti scampanellamenti, e sempre più divorati dalla sete, ci alziamo e dopo una veloce puntatina alle toilet andiamo nella zona assistenti, a chiedere qualcosa da bere. Da dietro una tenda si sente parlare di Pato, Totti, cucchiai e tazzine, ci affacciamo e chiediamo se si può avere del succo d'arancia. "Perchè, de la nun ce sta? Pijatelo pure." E difatti di fianco alla zona assistenti c'è la zona self service, con le bevande a disposizione e chi vuole si serve, perchè questi assistono nel puro senso della parola.
Divenuti adusi al self service, cominciamo ad avere un leggero languorino, dato che comunque sono sempre 12 ore di volo e abbiamo solo consumato 1 pranzo. Ma di spuntini neanche l'ombra. Fortuna che avevamo in borsa 4 panini, che consumiamo in fretta per non sollecitare troppo i sensi dei vicini.
Finalmente dopo 10 ore di rigoroso digiuno ed astinenza, viene servita la colazione: dopo il carrellino due assistenti si mettono a girare per l'aereo con delle brocche in mano a chiedere chi vuole caffè: uno avanti e uno che lo segue due passi dietro...
Finalmente sbarchiamo, e ci sentiamo dire "se avete bisogno di qualcosa non esitate a chiedercelo, per noi è un piacere servirvi." Ma naturalmente lo sentiamo dire sul treno delle Japanese Railways...
E poi dicono che occorre preservare l'italianità della compagnia della bandiera...
Ma vive l'air france!
alla prossima.
mercoledì 16 gennaio 2008
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