venerdì 30 novembre 2007

Emergenza!

L'altro giorno riceviamo, nella nostra casella di posta elettronica, una mail in giapponese da un membro del nostro gruppo. Incuriosito e non potendo fare affidamento su un traduttore on line (i risultati col giapponese sono ancora peggio di quelli con l'inglese), ho chiesto lumi ad un collega.

Questo ci ha spiegato che nel pomeriggio era prevista un'esercitazione per le situazioni di emergenza, e che dovevamo comunicare se partecipavamo o meno. E secondo voi perdevamo questa ghiotta occasione per partecipare ad una cosa che in Italia esiste solo nei testi di legge?

Orario previsto per l'esercitazione: dalle 13.45 alle 16.00.

Ore 13.44: in ufficio sono tutti pronti, anche se, per dare realismo alla cosa, aspettano l'allarme.

Ore 13.45: suona la sirena, una voce nasale ed in falsetto ci informa che "questa è un'emergenza, vi preghiamo di raggiungere il punto di raccolta".

All'uscita dall'ufficio si presenta la prima falla del piano di sicurezza: far passare avanti una donna italiana significa una strage, seppur virtuale. Il tempo necessario alla suddetta per calzare le scarpe è sufficiente a far si che Godzilla abbatta l'edificio con tutti quanti in coda.

Una volta arrivati al punto di raccolta, ci piazziamo davanti al cartello di competenza (e questi durante un terremoto incendiario uraganesco hanno il tempo di piazzare i cartelli?) e comincia la conta dei "superstiti".

Alla conta segue breve comizio del rettore con relativi salamelecchi, e quindi si prosegue con l'esercitazione, tocca alla squadra di emergenza.

Simulazione: incendio al primo piano. Chiamate le 2 squadre di emergenza, accorronno di corsa i rispettivi componenti.
EHIHAAA APPELLOO SQUADRA BIANCA! (inchino)
ATARU MOROBOSHI! PRESENTE (e relativo inchino)
KENTA KAOTA! PRESENTE (e relativo inchino)
ARAN BENJO! PRESENTE (.....)

EHIHAAA APPELLOO SQUADRA BLU! (inchino)
(ma scusate, tra tutti questi inchini intanto li in quella casa stanno bruciando, non sarà il caso di darvi una mossa?)
GOEMON ISHIKAWA! PRESENTE (e che ve lo dico a fa'?)
JIGEN DAISUKE! PRESENTE (idem come sopra)
KOICHI ZENIGATA! PRESENTE (e vai con l'ultimo inchino)

(beh, ora che hanno finito le presentazioni andranno a salvare la new team dall'incendio, no?)
e dopo un bell'inchino collettivo il capo comincia un breve discorso, spronando i suoi uomini ad agire con coraggio (ma se tardano ancora un poco va a finire che l'incendio si estingue da solo).

AI VOSTRI POSTI! VIA!

Con una corsa plastica ed elegante, sfoggiando un sorriso smagliante che non lasci immaginare la tensione e la fatica del momento, i sei ardimentosi si lanciano verso gli idranti, e dopo aver potato 2-3 alberi secolari con il getto mal direzionato, finalmente si accocchiano a spegnere sto benedetto incendio.


Bilancio (virtuale) provvisorio: 20 morti per far calzare le scarpe, altri 12 per fare le presentazioni e rispettare l'etichetta.

E finalmente ci si avvia verso la conclusione, insegnando a dei volontari tra i superstiti come usare un estintore:


  1. impugnare saldamente l'estintore (ed al primo volontario scappa di mano perchè pesa).
  2. estrarre la sicura (se entrambe le mani sono impegnate a reggere l'estintore come si fa? a morsi?)
  3. puntare alla base della fiamma e azionare l'erogatore (ho detto alla base, la fiamma non è in terrazzo! e tu, dove te ne stai volando?)
E, come in ogni emergenza che si rispetti, alla fine c'è la distribuizione dei viveri di emergenza.
Siccome siamo in Giappone sarebbe logico attendersi una fila educata, ripiegata a serpentina, dove tutti attendono con calma il loro turno.

E invece no! I giapponesi si accalcano in maniera talmente caciarona e caotica che in confronto il bar sulla spiaggia di lido Cocoloco a mezzogiorno di Ferragosto sembra un classe di educande: donne che spingono, ragazzi che si agitano, mani che sollevano in aria pacchi e li passano a casaccio, altre mani che sollevano di peso la gente che sta avanti e la spostano dietro...
Tale superbo spettacolo ci ha fatto scendere una lacrimuccia di commozione, sapete com'é, l'aria di casa, :) e non abbiamo esitato a tuffarci a pesce nella ressa!


Ecco cosa ci é stato dato come razione di emergenza:
  • 1 confenzione in latta gialla tipo orzobimbo, con apertura a strappo. Alla sua apertura ha rivelato contenere preparato liofilizzato per ramen alle verdure, incluse bacchettine e forchettine.
  • 3 confezioni sotto vuoto di biscotti dall'aspetto di Rigoli, che all'apertura si sono rivelati essere tipo crackers salati.
  • 1 confenzione in latta bianca e verde tipo scatoletta di tonno da 1 kg, senza apertura a strappo, che dall'etichetta dichiarava contenere riso ai 5 ingredienti.
Mo fatemi capire, uno sciame di cavallette si é abbattuto su Tokyo, ha demolito gli edifici, incendiato i parchi e fatto incazzare Godzilla che ha quindi raso al suolo gli edifici rimasti in piedi, e mi date una scatoletta senza darmi l'apriscatole?

A parte queste perplessitá di fondo, un bel modo alternativo di passare due ore lavorative ;)

Alla prossima!

domenica 25 novembre 2007

Trovate le differenze...

Posto di lavoro in Italia:

Mario Rossi arriva in ufficio, col proposito di sbrigare 10 pratiche.

Tra una pausa caffè, una sigaretta, un po' di cazzeggio coi colleghi, la pausa pranzo con caffè e ammazzacaffè e qualche telefonata di lavoro, arrivano le 17:00, ora di andare via.

Pratiche sbrigate: 5. Le restanti 5 si aggiungono al gruppo di domani. L'orario di fine lavoro è sacro, a meno di scadenze improrogabili nell'arco delle successive 24 ore.


Posto di lavoro in Giappone:

Ataru Moroboschi arriva in ufficio, col proposito di sbrigare 15 pratiche.

Non ha pausa caffè, beve il the direttamente alla scrivania, ma ha anche lui le sigarette ed il cazzeggio coi colleghi.
Pausa pranzo velocissima, 15 minuti tra andare a mensa, pranzare e tornare, però il sonnellino ci scappa. Le telefonate di lavoro sono inevitabili. Arrivano le 17, ora di andare via.

Pratiche sbrigate: 5. Il lavoro che ci si è proposti di fare è sacro, resta a lavoro fino a mezzanotte e oltre pur di finire. In casi estremi dorme in ufficio con la brandina aziendale.


Eppure Italia e Giappone sono entrambe nel G8...

sabato 24 novembre 2007

Spigolando qua e la.

A che vi fa pensare il Giappone?

Holly e Benji? Guardate qua... (è obbligatorio l'audio).



Alla prossima.

venerdì 23 novembre 2007

Festa della cultura.


Oggi in Giappone è la festa della cultura, giornata di vacanza.
Al campus sono organizzati vari eventi: concerti, rappresentazioni teatrali, proiezioni di film e simili.
Gironzolando nel mio quartiere sono capitato dalle parti del Tamagawa, ed ho deciso di fare un salto al parco, tanto per cambiare gremito di gente che giocava a calcio e a baseball. Oltre a loro però, ed a un vento forte e gelido che sferzava i campi, c'erano anche delle altre persone raccolte davanti a dei gazebo.
Raccoglievano le iscrizioni dei volontari per pulire il parco, e fornivano sacchetti per la raccolta, pinze metalliche e guanti in gomma verdi, oltre alla mappa della zona di competenza.

Più avanti ho trovato degli intrepidi che, in muta, avanzavano compatti nel fiume per cercare rifiuti sommersi: ho assistito al recupero della carcassa di una moto e di diverse biciclette. E anche dal parco, nonostante l'apparenza linda e tersa, alla fine sono stati raccolti diversi sacchi di rifiuti.

Ma i giapponesi sono sensibili alle tematiche ambientali? O sono solamente ligi al rispetto delle regole e della res publica? Le strade pulite, la rigorosa raccolta differienzata, l'attenzione allo spegnere le luci superflue (sulla definizione di superfluo poi si potrebbe anche obiettare, vedi foto ad esempio) e agli sprechi energetici in generale potrebbero forse far pensare alla prima opzione.


Altri fatti invece mi fanno propendere per la seconda: un gruppo di attivisti per la difesa (spero, era scritto tutto in giapponese) delle tartarughe che espone nel suo stand un enorme carapace vuoto e delle uova (di tartaruga, ovviamente) in salamoia, il cemento che imperversa dappertutto (anche lungo gli argini dei più remoti ruscelli di montagna), l'uso selvaggio di legno e derivati (provate ad aprire una qualsiasi confezione giapponese e ve ne renderete conto, ci sono almeno 3 strati di carta e plastica, per non parlare delle bacchette usa e getta).

Probabilmente, con la schizofrenia tipica di questo paese, convivono entrambe le anime, quella consumistica e quella ecologista. Forse, rispetto all'Italia, il rispetto per le regole e per il bene comune fa si che comunque ci sia un più elevato standard ambientale e non si debba assistere agli scempi che si ammirano da noi. Comunque anche qui i nodi da sciogliere sono tanti.

Alla prossima.

domenica 18 novembre 2007

Yakiniku.

Cosa sono lo yakiniku e suo cugino l'okonumiyaki?

E' presto detto: sono dei locali in cui il cliente si prepara da se le pietanze sotto la supervisione dei camerieri (che non è detto che tutti sappiano cucinare, e chi sa cucinare non è detto che lo faccia alla giapponese, perciò non provate nemmeno a non mettere le alghe secche sulla frittata!).


La differenza tra lo yakiniku e l'okonumiyaki sono essenzialmente nel tipo di pietanza: il primo è a base di carne (foto sopra), il secondo a base di verdure, uova e pasta (nella foto in basso un okonumiyaki fatto da me e pronto per essere mangiato). Una volta fatta la scorta degli ingredienti "a crudo" questi vengono cotti al tavolo, su un'apposita piastra o pentola piena di brodo.


A questa aggiungente poi la formula all you can eat e vedete un po' voi che serata abbiamo passato ieri. Cos'è sta formula? Semplice: si paga una quota fissa e dopodichè si può consumare tutto quello che si vuole entro un certo arco di tempo (da 1 ora e mezza a 2 ore). Le bevande sono escluse, o messe nella formula all you can drink. La quota fissa non è esorbitante: circa 18 euro per gli uomini e 13 per le donne. Per paragone, 2 fettine di manzo al supermercato costano 14 euro, e le bevande, seppure a parte, sono anche relativamente economiche: una birra media 3 euro.


Non ci sono molte foto a testimoniare la serata perchè, cucinando sul tavolo, la probabilità di beccarsi qualche goccia di olio è molto elevata (e infatti ci hanno anche dato il bavettone di carta di ordinanza...). (se nel frattempo qualcuno di voi bene informati mi sa dire che frutto è quello nella foto...)


Oggi invece siamo stati al palazzo imperiale: innanzitutto è bene che vi informi che qui è arrivato il freddo.


Ma prima del freddo sono arrivate le decorazioni natalizie: alberi addobbati di luci (che però vengono spente la notte, il protocollo di Kyoto innanzi tutto), negozi con le canzoncine natalizie, babbi natale in giro insomma, tutto l'armamentario profano che accompagna il Natale visto però in chiave Tokyo, quindi moltiplicato per 20.



Ragion per cui non ci siamo stupiti di vedere un palazzo incartato come se fosse un gigantesco regalo!


Alla prossima!

giovedì 15 novembre 2007

San Martino.

Da Internet:

"HOKKAIDO (GIAPPONE)
- Addio alle autoradio e agli stereo supertecnologici. Nel futuro prossimo saranno le strade a suonare musiche armoniose. Lo dimostra l'ultima bizzarra invenzione giapponese sviluppata da ingegneri dell'Istituto di ricerche industriale di Hokkaido. Si tratta di strade che, come dimostra un video già cliccatissimo su YouTube, nel momento in cui sono percorse da autovetture, producono musiche e suoni piacevoli."

E poi vi stupite se per festeggiare il vino nuovo fanno i bagni termali nel Beaujolais?


Al secondo piano c'é la festa del vino, non possiamo mancare, giá ci siamo persi Cantine Aperte.

Con permesso!

mercoledì 14 novembre 2007

Piccoli problemi di ogni giorno. Episode 2.

Nonostante il sole splenda ancora spesso qui a Tokyo, l'autunno è arrivato, e con lui i primi freddi.
E che si fa quando arrivano i primi freddi? Ma naturalmente si accendono i riscaldamenti!


Qui il solerte padrone di casa ci ha lasciato tutte le istruzioni per fare tutto a puntino, e noi abbiamo eseguito.

Tanto per cominciare, avendo noi in casa una bella pompa di calore, la prima istruzione era quella di pulire i filtri.
E così, approfittando di una domenica di pioggia, ci siamo messi a smontare, aspirare, lavare ed asciugare i filtri.
Fatto questo c'era solo da accendere il tutto. Ma, dato che i comandi sono in giapponese, che fare? Ma ve l'abbiamo detto che il padrone di casa ha pensato a tutto! C'era anche lo specchietto con i comandi in inglese ed i corrispettivi kanji: caldo, freddo, deumidificatore, temperatura, velocità ventola, acceso, spento, movimento flap.


Ci siamo allora messi alla ricerca del remote control....

L'unica cosa di vagamente somigliante ad una unità di controllo che abbiamo trovato, però, aveva solo 3 pulsanti: uno col kanji acceso e gli altri due con due kanji ignoti.
Che fare?

Ci siamo messi a pigiare in vari ordini tutti i pulsanti. Dopo circa un'ora di sperimentazione aveva concluso quanto segue:
  1. L'orologio non era settato a dovere, e lo abbiamo regolato.
  2. Un pulsante faceva salire e l'altro scendere una barra graduata sul display.
  3. Con l'acceso/spento si accendeva/spegneva il quadro.
Nonostante tutti i vari tentativi, però, il convettore non dava segni di vita alcuna.
Neanche dopo varie minacce in giapponese maccheronico...

In preda allo sconforto abbiamo abbandonato l'impresa, decisi a contattare il proprietario, accompagnando il tutto con la ben nota esclamaziane di giubilo "mapopperdinci". Unendo a questa esclamazione un gesto di accompagnamento consono, abbiamo smosso la tenda... e sorpresa, appeso al muro e nascosto dietro la tenda c'era il telecomando, con tutti i suoi bei pulsantini....

Ah, sti giapponesi... li abbiamo fregati pure stavolta: loro credevano di aver pensato a tutto, ma a dire 'ndo cavolo stava il telecomando non ci avevano pensato!

Alla prossima.

P.S. Quell'altro aggeggio sul muro, nel caso ve lo stiate ancora chiedendo, è il termostato della caldaia...

mercoledì 7 novembre 2007

Phenomena.


Ambientazione: metropolitana, sera.

Saliamo sulla metro, stranamente vuota per essere l'ora del rientro a casa. Abbiamo addirittura lo spazio per girarci e guardarci incontro. Il silenzio regna sovrano, solo il TU-TUM TU-TUM dei binari lo rompe, al contrario della consueto "Danubio Blu" suonato con le tirate di naso.

Alla prima fermata sale questo tipo, giacca, cravatta, 24ore e fazzoletto celeste in mano. Parte il treno e comincia a starnutire in maniera compulsiva.

ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...

Fortuna che ha la decenza di coprirsi la bocca e il naso col fazzoletto ad ogni starnuto...

ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...

In una delle rare pause comincia a muovere il collo come fa un pugile prima dell'incontro....

ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...

Lo sforzo si fa pesante...

ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...

Ahi, primo fallo... Dopo l'ennesima serie di starnuti si appoggia al corrimano col fazzoletto...
Vabbé, lo sappiamo che é buona norma lavarsi le mani dopo un viaggio in metro...

ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...

E continua col crescendo finale...

ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...
ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...
ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...

e per chiudere in bellezza si passa il fazzoletto sul viso per "asciugarsi" il sudore...

ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...ETCI... TU-TUM.. ETCI... TU-TUM...

Per fortuna che alla prossima scendiamo... :D

Alla prossima.

domenica 4 novembre 2007

Asakusa.

Oggi siamo stati ad Asakusa, quartiere nella parte est di Tokyo. Tanto per cambiare bella giornata di sole (nonostante le previsioni dicessero nuvoloso, neanche qui ci azzeccano, a quanto pare).
Su una bella stradina, piena zeppa di negozietti di souvenir e cibo, abbiamo deliziato i nostri occhi e palati con il meglio (ma anche il peggio) dell'artigianato giapponese.

Abbiamo visto, uno di fianco all'altro, pregevoli stampe antiche da 180.000 Yen (1125 euro, sull'unghia) e chincaglieria kitsch.




Oltre a questi, c'erano anche negozi di generi alimentari, che cucinavano al momento piatti da asporto: si andava dai biscotti di pan di spagna di tutte le fogge (e dico proprio tutte, non solo Doraemon), alle pannochie arrosto, dalle polpette di pesce agli spiedini di maiale e pollo.






Dopo esserci satollati con una modesta porzione da almeno 300 gr di spaghetti e verdure varie più un uovo sodo sopra, ci siamo imbattuti, vicino al tempio, in un matrimonio: gli sposi portati al tempio da un portantino.


Altro che cortei strombazzanti!
Oltre a questo tuffo di tradizione, c'erano anche tantissimi bambini e bambine in kimono.


Alcuni visibilmente stufi, altri tutti orgogliosi (e vanitosi), scorazzavano comunque allegri in mezzo alla folla, per la gioia di genitori e visitatori. Peccato che la bambina in rosa, appena accortasi che le avevo scattato la foto (con somma soddisfazione del nonno) se ne sia scappata tutta imbronciata... BAH!

Alla prossima!